domenica 24 novembre 2024


12/03/2020 18:19:38 - Provincia di Taranto - Attualità

Sull’argomento interviene anche il consigliere regionale Gianni Liviano

Una dipendente di un call center di Taranto scrive una lettera aperta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ecco il testo.

«Caro Presidente, sono una dipendente di un call center, con circa duemila operatori, che non si sente per nulla tutelata. I miei colleghi e io lavoriamo a strettissimo contatto l’un con l’altro in ambienti che, seppur messi in sicurezza dalla nostra azienda, nel rispetto delle regole concernenti il Covid 19, non preservano comunque al 100% la nostra salute. Pertanto, gentilmente, Le chiedo a nome dei colleghi e, ovviamente, anche a mio nome, un intervento molto deciso, draconiano, volto a scongiurare danni esiziali e un provvedimento in favore della tutela del bene più prezioso per ogni essere umano: la salute. Siamo genitori di bambini in tenera età, figli di genitori anziani affetti da serie patologie e, per nessuna ragione al mondo, possiamo rischiare il contagio, per il bene di tutti. Certa della Sua sensibilità in merito alla questione, La ringrazio e Le auguro buon lavoro. #Restiamoacasanchenoi».

Sull’argomento interviene anche il consigliere regionali Gianni Liviano.

«Ricevo da numerosi lavoratori impiegati nei Call center della città, di farmi interprete verso le istituzioni deputate, del loro timore di proseguire, in questo momento difficile, la propria attività lavorativa in un ambiente molto affollato».

È quanto scrive in una lettera, indirizzata al sottosegretario Turco, il consigliere regionale Gianni Liviano che così prosegue: «Per questo mi permetto di chiedere al  Governo nazionale di definire come il sistema call center si debba rapportare con le attuali misure di sicurezza indicate nei recenti decreti. Mi permetto, altresì, di chiedere ai committenti di rivedere i livelli di servizio allo scopo di massimizzare la tutela dei lavoratori. Alla proprietà - conclude Liviano - chiedo la cortesia di valutare la possibilità di smartworking, laddove il Governo non dovesse in tempi brevi sancire la chiusura dei Call center».











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