Lo rende noto la direttrice della struttura penitenziaria, Stefania Baldassari, spiegando che l’istituto, oltre a fronteggiare l’emergenza sanitaria con le misure volte al contenimento del contagio a salvaguardia dei detenuti e di tutti gli operatori penitenziari, ha «sin da subito voluto fornire anche il proprio contributo solidaristico»
Le prime mille mascherine prodotte da 15 detenuti nel laboratorio sartoriale del carcere di Taranto sono state donate alle autorità giudiziarie locali: Tribunale, Corte d’Appello, Tribunale di Sorveglianza, Tribunale per i Minori, Procura della Repubblica, Procura Generale e Procura per i Minori.
Lo rende noto la direttrice della struttura penitenziaria, Stefania Baldassari, spiegando che l’istituto, oltre a fronteggiare l’emergenza sanitaria con le misure volte al contenimento del contagio a salvaguardia dei detenuti e di tutti gli operatori penitenziari, ha «sin da subito voluto fornire anche il proprio contributo solidaristico».
«Attesa la difficoltà di reperire dispositivi di protezione individuale - aggiunge la direttrice - si è provveduto a stipulare un protocollo d’intesa con la Asl di Taranto in ordine all’autoproduzione di mascherine protettive, realizzate nell’ambito del laboratorio sartoriale della struttura penitenziaria, che ad oggi vede coinvolte 15 unità di manodopera detentiva».
Il laboratorio è stato riconvertito per la produzione dei dispositivi, «che - conclude Baldassari - vengono successivamente sottoposti a sterilizzazione presso il quartiere operatorio dell’ospedale SS. Annunziata. La Direzione è a disposizione delle Autorità, degli Enti e dell’intera provincia di Taranto per venire incontro alle esigenze che ciascuno intenderà rappresentare in ordine all’approvvigionamento gratuito delle mascherine protettive».