Il nuovo ospedale, pertanto, non sarà pronto prima di quattro anni
Di certo c’è che l’apertura dei cantieri slitta. E che dell’apertura nuovo ospedale «San Cataldo» di Taranto (715 posti letto) se ne riparlerà, se va bene, non prima del 2024: bisognerà infatti aspettare che sull’appalto da 161 milioni si pronunci la Corte di giustizia europea. Per il resto il dispositivo pubblicato ieri del Consiglio di Stato (Terza sezione) è tutt’altro che chiaro, e per comprenderne le conseguenze pratiche bisognerà attendere le motivazioni.
A dicembre scorso il Tar Lecce aveva annullato l’aggiudicazione dell’appalto all’Ati guidata dalla Debar di Bari, risultata prima grazie a un maxiribasso (del 24,7%) e a una riduzione dei tempi a un terzo di quelli previsti (395 giorni contro 1.245): il Tar Lecce aveva detto «no» alle lavorazioni notturne. Il raggruppamento guidato dall’impresa del presidente regionale di Confindustria, Domenico De Bartolomeo (di cui fanno parte anche consorzio Com, Cn Costruzioni, Edilco, Mazzitelli e Icoser) ha poi fatto ricorso, come pure hanno fatto il consorzio Research (secondo classificato) e Invitalia che ha gestito l’appalto.
I giudici hanno accolto un motivo dei ricorsi di Debar e Invitalia (sulle lavorazioni notturne), mentre per quanto riguarda Research (cioè Cisa, Ciro Menotti, Cobar e Guastamacchia) tutto dipenderà dalla questione pregiudiziale che è stata sottoposta alla Corte di Lussemburgo: per scioglierla servirà almeno un anno. A quel punto dovrà probabilmente tornare a esprimersi la stazione appaltante, e sarà possibile presentare un nuovo ricorso...