I miticoltori tarantini: «Siano condannati coloro che praticano la pesca illegale. I miticoltori lavorano solo a tutela dell’ambiente»
«In soli due giorni nel Mar Piccolo di Taranto si sono verificati due gravi fatti di cronaca che hanno visto vittime le tartarughe marine Caretta caretta. I fatti risalgono a domenica e martedì scorso: nel primo caso la tartaruga aveva un filare di cozze legato con un cappio alla zampa posteriore, fortunatamente salvata da un sub, nel secondo aveva mangiato l'esca di un palamito calato in acqua e nel tentativo di liberarsi è rimasta ingrovigliata sino a morire annegata impossibilitata di respirare in superficie. Va specificato che nel caso della Caretta salvata domenica la corda utilizzata non è un tipo di corda usata in mitilicoltura.
I miticoltori di Taranto condannano i fatti gravi accaduti e prendono le distanze da soggetti che praticano la pesca illegale nel Mar Piccolo con ogni mezzo, pesca che in queste acque è assolutamente vietata, in particolar modo nel secondo seno, proprio dove sono state trovate molte tartarughe morte ammazzate, oggi e negli anni passati.
All’Amministrazione comunale di Taranto e ai militari preposti al controllo del mare chiediamo una dura opposizione e una condanna nei confronti di questi soggetti che vanno assolutamente fermati nelle loro opere illegali e che con la miticoltura non hanno nulla da condividere. I mitilicoltori tarantini lavorano solo a tutela dell’ambiente e del nostro meraviglioso ecosistema».
Luciano Carriero
Miticoltore tarantino
(foto d'archivio)