Si tratta di un macchinario di altissima tecnologia, disponibile nell’Italia meridionale solo a Napoli e a Palermo, ma in versioni meno aggiornate: è in grado di trattare pressoché ogni tipo di neoplasia e sede tumorale, consentendo di modellare la dose di radiazioni al bersaglio grazie ad un fascio sottilissimo e dei collimatori mobili, risparmiando così i tessuti sani adiacenti e riducendo ulteriormente gli effetti collaterali
Da alcuni giorni, presso la struttura di Radioterapia Oncologica dell’ospedale “San Giuseppe Moscati” di Taranto, diretta dal Dott. Giovanni Silvano, è attivo l’apparecchio per la Tomoterapia Elicoidale RADIXACT X9. Il primo paziente ha già usufruito del primo trattamento.
Si tratta di un macchinario di altissima tecnologia, disponibile nell’Italia meridionale solo a Napoli e a Palermo, ma in versioni meno aggiornate. Della sua classe, è il terzo apparecchio nell’intero territorio nazionale dopo le installazioni effettuate presso l’Ospedale delle Molinette di Torino ed il Civico di Brescia, ed è in grado di trattare pressoché ogni tipo di neoplasia e sede tumorale, consentendo di modellare la dose di radiazioni al bersaglio grazie ad un fascio sottilissimo e dei collimatori mobili, risparmiando così i tessuti sani adiacenti e riducendo ulteriormente gli effetti collaterali del trattamento radioterapico rispetto agli acceleratori convenzionali.
La tomoterapia elicoidale è una delle tipologie con cui il trattamento radioterapico può essere erogato. Il termine tomoterapia sta ad indicare che il trattamento viene effettuato per fette sequenziali che, nel caso specifico, si susseguono con un andamento elicoidale legato al contemporaneo spostamento del lettino su cui il paziente è adagiato, mentre la sorgente ruota per 360° intorno all’asse longitudinale del paziente. Grazie alla sincronizzazione di questi due movimenti è possibile irradiare, senza giunzioni, volumi molto estesi, fino a 40x135 cm, rendendo la macchina unica nel suo genere, con accuratezza centimetrica della distribuzione della dose grazie ad un velocissimo collimatore multilamellare che ha il compito di limitare l’irradiazione ai soli tessuti malati. La macchina è anche dotata di un sistema di imaging TC integrato che consente di controllare il corretto riposizionamento del paziente e l’esclusione degli organi critici dal volume bersaglio, oltre a permettere l’eventuale ripianificazione del trattamento per adeguarlo alla nuova anatomia del paziente. RADIXACT è indicata soprattutto per tumori infantili, le neoplasie testa-collo, i linfomi, alcuni tumori della mammella, della pleura, della pelvi tra cui la prostata e nei ritrattamenti.
La possibilità di un miglior risparmio dei tessuti sani consentirà inoltre di fare ancora maggior ricorso a trattamenti ipofrazionati, ovvero trattamenti in cui il numero delle frazioni di radioterapia si riduce anche considerevolmente rispetto ai frazionamenti convenzionali (da 40 a 20 frazioni o da 15 a 5, in alcune neoplasie), il tutto garantendo la massima sicurezza al paziente. Ciò ridurrà i disagi per il paziente che dovrà presentarsi al centro un numero minore di volte e consentirà di trattare fino al 20% in più di pazienti per macchina, arrivando a regime, con tutte e tre le macchine operative su due turni giornalieri, a trattare oltre 120 pazienti al giorno (circa 1200 pazienti su base annua), abbattendo drasticamente le attese per i trattamenti radioterapici. La radioterapia, infatti, è impiegata nel 60% dei pazienti oncologici - rappresentando spesso il principale trattamento sia nel campo della cura che della palliazione dei sintomi - e nella provincia di Taranto si rivolge ogni anno a circa 900 tra nuovi casi e pazienti ri-trattati, con circa 7000 mila visite di follow up o in corso di terapia.
RADIXACT X9 e i due nuovi LINAC, che sostituiranno le due macchine ormai vecchie già presenti, e che saranno dotati di sistemi di riposizionamento avanzati e di tecnologia di avanguardia anche per i trattamenti stereotassici di precisione a carico di tutti i distretti corporei (cranio, torace, addome, pelvi, colonna vertebrale), consentiranno radicali progressi quali-quantitativi nell’erogazione dei trattamenti, praticamente azzerando, quando a regime (marzo-aprile 2021), la necessità di mobilità presso altre sedi intra- od extra-regionali che sarà limitata solo per quelle poche neoplasie per cui sono indicati trattamenti con radiazioni non convenzionali.
Entusiasta il direttore generale dell’ASL Taranto, Stefano Rossi: «È davvero un successo importante per la sanità tarantina l’acquisizione di questo nuovo macchinario, uno strumento particolarmente evoluto dal punto di vista delle tecniche radioterapiche, che adegua i servizi radioterapici, quantitativamente e qualitativamente, alle esigenze dell’utenza ionica, rendendoci maggiormente autosufficienti e riducendo l’esodo per ottenere trattamenti radioterapici. Permettetemi di sottolineare che stiamo dimostrando quotidianamente che, nonostante l’emergenza sanitaria in corso, non ci siamo mai fermati e continuiamo a lavorare per raggiungere l’obiettivo di un servizio sanitario di eccellenza non soltanto per i malati di Covid, ma per tutti gli assistiti, in relazione a tutte le patologie che interessano gli utenti del nostro territorio».