In quest’area stava sorgendo un impianto per il recupero di rifiuti speciali non pericolosi. L’indagine della Guardia di Finanza scattata da un esposto di Mimmo Carrieri
La Guardia di Finanza di Manduria, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, ha posto sotto sequestro un’area di circa dieci ettari interessata alla realizzazione di un impianto per il recupero di rifiuti speciali non pericolosi.
Ancora una volta da un esposto dell’ambientalista savese Mimmo Carrieri è scaturito un importante provvedimento delle autorità in materia.
«I fatti che hanno portato al sequestro dell’area in questione risalgono al 20 gennaio 2009, data in cui presentai un esposto-denuncia presso il Comando della Tenenza della Guardia di Finanza di Manduria» scrive Carrieri in una nota. «Nei giorni precedenti l’esposto, in contrada “Tremola”, territorio del comune di Torricella, tra i comuni di Sava e Maruggio e a circa quattro chilometri dal mare, su di un tratturo di strada di campagna lungo circa cinquecento metri, qualcuno aveva fatto innalzare una muraglia in cemento. All’interno della recinzione, delle cave dismesse circondate da folta vegetazione, e attorno escavatori, pale meccaniche e camion intenti a rimuovere piante selvatiche, materiali speciali pericolosi quali: amianto, pneumatici, tubi in plastica e scheletri di auto abbandonate (posseggo della documentazione fotografica in merito).
Nei giorni successivi, continuando a monitorare il sito, all’esterno del muro notavo un cartello con la scritta: “Comune di Torricella - Lavori di Realizzazione Impianto Recupero Rifiuti Speciali Non Pericolosi” L’autorizzazione alla realizzazione dell’impianto era stata deliberata dal Consiglio Comunale di Torricella. Ho allora integrato l’esposto iniziale sottolineando, tra l’altro, la trasformazione in atto dello stato dei luoghi, sia sotto l’aspetto naturalistico e paesaggistico, ma anche sotto quello ecologico, per la massiccia quantità di materiali speciali pericolosi sparsi sul terreno. A distanza di alcuni mesi dalla mia denuncia, e in seguito alla chiusura delle indagini effettuate dalla Guardia di Finanza di Manduria, sempre attenta alle problematiche ambientali, la Procura della Repubblica preso il Tribunale di Taranto ha disposto il sequestro dell’intera area su cui ricade il realizzando impianto di rifiuti speciali non pericolosi, in quanto è stata violata la Legge 152/2006, che contiene norme in materia ambientale».