domenica 24 novembre 2024


26/10/2020 16:13:06 - Provincia di Taranto - Attualità

«Non ci sembra, e i dati lo confermano, che ci sia un nesso tra la  catena dei contagi e la frequentazione dei bar e dei ristoranti»

Ristori rapidi, soldi entro metà novembre. A 24 ore da una domenica di fuoco, vissuta anche dalle imprese tarantine nell’attesa del varo del nuovo Dpcm - ribattezzato del  ‘mini-lockdown’-, il Governo è pronto a mettere in campo risorse fresche da far  arrivare direttamente sui conti correnti degli imprenditori – annuncia il ministro dell’Economia, Gualtiero-  entro metà novembre. Ciò non tranquillizza però gli operatori: è forte  il  timore che possano ripetersi  ritardi e situazioni poco chiare.

Nelle piazze italiane monta la rabbia, spesso alimentata da soggetti esterni che trovano però facile  riscontro nel malessere dei cittadini e degli imprenditori.

Si ricorrono le date su possibili manifestazioni improvvisate, dove la rabbia dei cittadini e delle categorie penalizzate divide, anziché unire, per dar spazio ad uno sfogo fine a se stesso.

«L’osservanza dei provvedimenti e delle limitazioni è d’obbligo – commenta il presidente provinciale di Fipe Bar ConfcommercioTaranto, Paolo Barivelo - la salute è al primo posto, ma è chiaro che il settore dei pubblici esercizi non può  continuare ad essere tra i più penalizzati dalle restrizioni. Non ci sembra, ed i dati lo confermano, che ci sia un nesso tra la  catena dei contagi e la frequentazione dei bar e dei ristoranti. I problemi sono altrove, sui mezzi di trasporto ad esempio dove lavoratori e studenti viaggiano in condizioni proibitive. Non saranno gli indennizzi a salvare il settore, tutti questi provvedimenti disorientano i consumatori che ormai sono intimoriti e confusi. Noi, siamo pronti a fare la nostra parte e a rispettare le regole, ma chiediamo chiarezza, obiettivi e tempi certi. Se dobbiamo stringere i denti vogliano che il nostro sacrificio non sia percepito come una prova fatta sulla nostra pelle. Non vorremmo che fra un mese ci venisse detto che questa ennesima limitazione degli orari  non basta e che dobbiamo fare di più. Che vengano messi in atto  controlli seri, che si facciano  rispettare le regole di distanziamento a tutti i cittadini  ed in tutti i contesti. Non possiamo commettere ulteriori leggerezze, altrimenti sarà la fine per le nostre imprese».

«La risposta alla grave  emergenza sanitaria che si è venuta a creare nel Paese non può essere fatta ricadere sulle spalle delle imprese – incalza il commissario della categoria Fipe Ristoranti Confcommercio Taranto, Antonio SALAMINA-  e non possiamo essere noi operatori del settore ‘Bar e Ristorazione’ sempre  i primi - assieme al mondo della Cultura - ad essere chiamati in causa, come se entrare in un ristorante e sedersi ad un tavolo, facendo rispettare le regole di  distanziamento e le disposizioni  anti-Covid, fosse più pericoloso che viaggiare stipati su un bus urbano. La nostra è una categoria di gente responsabile che si è impegnata e che nei mesi scorsi ha scommesso sulla continuità dell’azienda e  ha investito danaro  perché nei locali si rispettassero le regole ed i protocolli di sicurezza anti-Covid;  noi per primi – tranne qualche caso isolato- ci siamo posti a paladini della legalità nell’interesse delle stesse imprese e a tutela della salute dei nostri collaboratori  e delle nostre famiglie. E’ francamente priva di logica la decisione di far chiudere ristoranti e bar alle 18.00. Rispetteremo come sempre i provvedimenti assunti, ma pretendiamo sostegni concreti, risorse vere e tempi rapidi, altrimenti questa volta sarà la fine per molti di noi».

Una rappresentanza provinciale di FipeTaranto “Pubblici esercizi”, guidata dai responsabili provinciali di categorie Bar e Ristoranti, Barivelo e Salamina, prenderà parte mercoledì 28 ottobre alle 11,30, a Bari, alla manifestazione organizzata in contemporanea in 18 capoluoghi italiani “per ricordare il valore economico e sociale dei pubblici esercizi e dei ristoratori, e per chiedere alla politica azioni importanti di sostegno per le attività colpite duramente dalla pandemia”.











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