«Con un vero e proprio colpo di mano si chiudono i reparti oncologici: per ultimo nell’ospedale di Martina Franca e poco prima in quello di Manduria, per trasformarli in unità Covid-19»
La Cisl Taranto Brindisi, insieme con la Fnp Cisl Federazione territoriale dei Pensionati, stigmatizzano l’ennesima scelta, ritenuta “a dir poco arbitraria”, operata dal sistema sanitario pugliese, in particolare «da una Asl/Ta niente affatto dialogante, che con un vero e proprio colpo di mano chiude i reparti oncologici, per ultimo nell’ospedale di Martina Franca e poco prima in quello di Manduria, per trasformarli in unità Covid-19».
«Sono scelte da ripensare, in quanto centralistiche, tanto improvvide quanto irrispettose nei riguardi del buon senso comune, del disagio dei cittadini in generale e in particolare dei tantissimi malati oncologici, tra cui anziani o inabili al 100% con necessità di accompagnamento che in quei reparti confluiscono, subendo disagi logistici, anche da territori limitrofi per sottoporsi a terapie e trattamenti dolorosi ed invasivi, senza tacere dei probabili rinvii di interventi chirurgici già programmati – argomentano i segretari generali Gianfranco Solazzo (Cisl) e Pietro De Giorgio (Fnp) – e persino le modalità approssimative di comunicazione delle chiusure, notificate ai pazienti o ai loro familiari, hanno evidenziato l’imbarazzo, le perplessità e l’incredulità degli stessi operatori sanitari».
Per i due segretari Cisl «i pugliesi rimangono succubi di una sanità ormai al collasso il cui costo ha preso il sopravvento sulla salute delle persone e continuano ad essere prigionieri di una politica autoreferenziale, che stride con l’impegno profuso da medici, infermieri, operatori sanitari, i quali con grande senso del dovere mettono a rischio la propria vita per salvare quella degli altri».
Per la Cisl e la Fnp Cisl territoriali «il sistema ospedaliero in Puglia deve essere ripensato e l’attuale Governo regionale deve trovare il coraggio politico di agire in discontinuità con le scelte assunte in precedenza, non negandosi al confronto con il sindacato, accettando il dialogo sociale».