L’annuncio attraverso i social: «Noi abbiamo vissuto, nei mesi in cui siamo stati privati in parte del nostro essere liberi, la forma più alta di libertà. La libertà della rinuncia per amore, del sacrificio perché altri non soffrissero, della perdita dell’Io perché prevalesse il Noi»
«Mi sono liberato definitivamente di un virus che, forse grazie anche alla mia tenuta fisica e mentale, non ha mai preso il sopravvento» scrive il dottor Massimo Soloperto sui social.
«Anzi, mi ha reso più forte e determinato nel rientrare nel mio posto di lavoro a dare una mano ai miei colleghi, che sono e saranno ai miei occhi degli uomini e donne straordinarie per l’impegno, la dedizione e il coraggio dimostrato in questo periodo.
Vi ringrazio dal profondo del mio cuore per i numerosissimi incoraggiamenti ricevuti da voi tutti. La lunga permanenza a casa (l’unico danno cagionatomi dal virus) mi ha indotto a fare alcune riflessioni che vorrei condividere con voi.
Noi abbiamo vissuto, nei mesi in cui siamo stati privati in parte del nostro essere liberi, la forma più alta di libertà. La libertà della rinuncia per amore, del sacrificio perché altri non soffrissero, della perdita dell’Io perché prevalesse il Noi. Perché è il Noi il vero pronome della libertà: una libertà fondata sull’Io è invece l’origine di ogni sopraffazione.
Sino ad ora ci siamo salvati perché abbiamo appurato che la libertà è la protezione del più debole. E nel nome di questo valore i medici in prima linea non sono eroi, ma semplicemente uomini e donne liberi. Hanno aiutato migliaia di persone a respirare, hanno offerto loro non solo l’ossigeno ma il conforto della loro anima,libera soltanto di curare, assistere, consolare, guarire.
Pertanto, come direbbe un cantante che amo, ho una cicatrice, sembra un tatuaggio. Sai cosa dice? Avanti,coraggio. Io rientro con l’orgoglio di appartenenza a una famiglia di grandi colleghi e operatori sanitari, nel mio fortino dell’ospedale Moscati. Buona giornata a tutti voi».