L’idea di Gionata Pesare si è concretizzata utilizzando una tonnellata circa di rifiuti per allestire, nell’area mercatale, un albero di 100 metri di base e di 60 metri di altezza
Il più grande albero di Natale del mondo realizzato con i rifiuti in precedenza raccolti nelle vie e nelle campagne della periferia di Sava: una tonnellata circa di rifiuti, utilizzati per allestire, nell’area mercatale, un albero di 100 metri di base e di 60 metri di altezza.
Un’opera, battezzata “Rifiuti umani”, sicuramente originale, nata per mandare vari messaggi (non solo quelli di speranza e solidarietà in un periodo natalizio particolare, seppur con un albero “alternativo”, ma anche il rinnovato appello al rispetto del territorio e dell’ambiente), con un gesto nel contempo goliardico e provocatorio.
A lanciare l’idea è stato Gionata Pesare, artista più conosciuto con lo pseudonimo di “Mezzabbotta”, presidente dell’associazione MAUS (Movimento Arte Urbana Savese).
«Per la realizzazione di questo geoglifo ho raccolto anche le adesioni di Ada Gioia, vice presidente dell’associazione “TerrA NostrA”, di Arci Calypso, di Più Puglia e dell’Amministrazione, attraverso l’assessore all’Ecologia Mirko Piccolo» racconta Gionata Pesare. «Perché questa provocazione? Siamo partiti, purtroppo, da un dato di fatto: c’è tantissima gente incivile che continua ad abbandonare i rifiuti, di tutti i tipi, lungo le vie di periferia e nelle campagne. Ecco la forma di protesta contro questa gente, che deturpa il nostro ambiente».
Nella mattinata di domenica, decine di attivisti delle associazioni coinvolte, ma anche tanti volontari che si sono presentati spontaneamente all’ora del raduno, hanno raccolto e trasportato quasi una tonnellata di rifiuti: dalla plastica al materiale di risulta, dai vecchi elettromodestici a tessuti, giocattoli e pannolini.
«Li abbiamo disposti, nell’area mercatale, a forma di albero di Natale» prosegue Gionata Pesare. «Da una ricerca in rete, ho appurato che mai, nel mondo, è stato realizzato un albero di Natale così grande composto da rifiuti. Lo abbiamo fotografato con un drone e, poi, abbiamo smontato tutto e trasportato i rifiuti in discarica».