Quanto al volume d’interventi di bypass aortocoronarico, al 1° posto c'è l’ospedale Santa Maria di Bari
www.doveecomemicuro.it, portale di public reporting sanitario, ha realizzato un'indagine sugli ospedali italiani più performanti per volume di ricoveri per infarto miocardico acuto, per numero di interventi di bypass aortocoronarico e per volume d'interventi di angioplastica coronarica (fonte: PNE 2019, con cui è stato recentemente aggiornato il sito www.doveecomemicuro.it).
In Puglia, nelle prime posizioni per numero di ricoveri per infarto miocardico acuto ci sono: al 1° posto il Presidio Ospedaliero Centrale Santissima Annunziata di Taranto – ASL Taranto, al 2° il Presidio di Summa - Perrino di Brindisi – ASL Brindisi, al 3° l'Ospedale Lorenzo Bonomo di Andria – ASL Barletta-Andria-Trani, al 4° l'Ospedale San Paolo di Bari – ASL Bari e al 5° l'Ospedale di Venere di Carbonara di Bari – ASL Bari.
Quanto al volume d'interventi di bypass aortocoronarico: al 1° posto c'è l'Ospedale Santa Maria di Bari – GVM Care & Research, al 2° l'Anthea Hospital di Bari - GVM Care & Research, al 3° la Casa di Cura Villa Verde di Taranto pari merito con l'Ospedale Vito Fazzi di Lecce – ASL Lecce e al 4° Città di Lecce Hospital - GVM Care & Research.
Riguardo al numero di interventi di angioplastica coronarica: al 1° posto c'è la Casa di Cura C.B.H. Presidio Mater Dei di Bari, al 2° il Città di Lecce Hospital - GVM Care & Research di Lecce, al 3° l'Azienda Ospedaliera Universitaria Ospedali Riuniti di Foggia, al 4° il Presidio di Summa - Perrino di Brindisi – ASL Brindisi e al 5° l'Ospedale San Paolo di Bari – ASL Bari.
“In base alle evidenze scientifiche, un maggior numero di casi trattati da una struttura sanitaria ha un impatto significativo sull’efficacia degli interventi e sull’esito delle cure. Perciò, il Decreto ministeriale sugli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera (DM 70/2015) fissa delle soglie minime al di sotto delle quali il rischio di esiti negativi aumenta notevolmente”, spiega Elena Azzolini, medico specialista in Sanità Pubblica e membro del comitato scientifico di www.doveecomemicuro.it.
Nella Regione, le strutture pubbliche o private accreditate che nel 2018 effettuano ricoveri per infarto miocardico acuto sono 38 (53 considerando anche quelle sotto i 10 volumi). La soglia ministeriale di minimo 100 ricoveri annui è ottenuta dal 65,8% degli ospedali, pari a 25. A rispettare tutti e 3 i valori di riferimento (volume uguale o superiore ai 100 interventi annui, mortalità a 30 giorni dal ricovero uguale o inferiore all'8% e PTCA entro 48 ore dal ricovero uguale o superiore al 45%), invece, è il 2,6% dei centri, pari a 1.
Le strutture pubbliche o private accreditate che effettuano interventi di bypass aortocoronarico sono 9 (10 considerando anche quelle sotto i 5 volumi). Il valore di riferimento ministeriale di minimo 200 interventi l’anno è rispettato dal 22% dei centri, pari a 2. A rispettare entrambi i valori di riferimento (volume uguale o superiore ai 200 interventi annui e mortalità a 30 giorni dal ricovero uguale o inferiore all'1,5%) è sempre il 22% dei centri, pari a 2. (Nel 2012 le strutture che eseguivano almeno 5 interventi di bypass erano 7. Il 14,3% di esse, pari a 1, rispettava la soglia ministeriale riguardo al volume. Nessun centro, invece, rispettava entrambi gli standard ministeriali).
Le strutture pubbliche o private accreditate che effettuano interventi di angioplastica coronarica sono 20 (26 considerando anche quelle sotto i 10 volumi). Il valore di riferimento ministeriale di minimo 250 interventi l’anno è rispettato dall’80% dei centri, pari a 16. (Nel 2012 le strutture che eseguivano almeno 10 interventi di angioplastica erano 21. Il 57,1%, pari a 12, rispettava la soglia ministeriale riguardo al volume).
Quanto alla quota di residenti che scelgono di farsi curare nella Regione, per ciò che concerne l'infarto miocardico acuto si attesta al 97,2%, per il bypass aortocoronarico al 95% e per l'angioplastica coronarica al 94,4%.
Un dato nazionale positivo emerso dal confronto delle edizioni del Programma Nazionale Esiti relative agli anni 2012 e 2018 è il calo di ricoveri per infarto miocardico acuto che in 6 anni hanno registrato un -7,6%.
“Questo risultato dipende in gran parte dalle strategie di prevenzione cardiovascolare e dalla consapevolezza sempre più diffusa dell’importanza di avere stili di vita corretti”, dice Marco Di Eusanio, Direttore della Cardiochirurgia dell’AOU Ospedali Riuniti di Ancona. “La riduzione dei ricoveri, in particolare per quanto riguarda gli infarti STEMI, i più urgenti, si deve molto anche all’efficacia dalla prevenzione farmacologica con statine, antiaggreganti e al miglior controllo dell’ipertensione arteriosa”, aggiunge Gian Piero Perna, Direttore del reparto di cardiologia del medesimo ospedale.