Fra un ventennio interi tratti di costa saranno sommersi dal mare
S.O.S. Spiagge. Fra un ventennio interi tratti di costa saranno sommersi dal mare.
II fenomeno dell’erosione costiera investe in modo grave lunghi tratti di costa della Puglia ed in particolare l’affaccio sullo Jonio, dove le mareggiate sono di una certa portata. La mancanza di interventi organici e coordinati, la pressione del moto ondoso, gli eventi meteo-marini straordinari stanno contribuendo a cancellare ampi tratti di spiagge con grave danno per l’ecosistema e per l’economia locale.
Si tratta di una criticità che richiede di essere affrontata in modo continuativo e coordinato a tutela dell’ecosistema, dell’habitat marino e dell’economia legata al turismo balneare che rappresenta uno dei principali motori dell’offerta turistica pugliese.
La problematica investe in modo grave l’affaccio costiero della provincia di Taranto ed in particolare il versante orientale dove, da una stagione all’altra, si registra la sottrazione di ampi tratti di spiaggia.
ConfcommercioTaranto, che attraverso il sindacato dei balneari ‘SIB Taranto’, guidato dal presidente Vincenzo Leo, segue da anni la problematica, ha organizzato un momento di approfondimento, mettendo a confronto amministratori pubblici e tecnici.
L’incontro, in modalità on line, ha coinvolto i sindaci dei nove comuni con affaccio costiero, la Provincia, i concessionari titolari degli stabilimenti balneari. Sono intervenuti per la parte tecnica: l’arch. Cosma Di Lecce, esperto in materia di erosione ambientale e il prof. Giuseppe Mastronuzzi, direttore del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Bari.
“Due interventi qualificati che – commenta il presidente del Sib, Vincenzo Leo- hanno confermato come in sostanza la questione non possa essere affidata esclusivamente agli interventi isolati di manutenzione e ripristino degli arenili, eseguiti dai privati in prossimità dell’avvio della stagione balneare. Il fenomeno ha dimensioni di portata più grave per il futuro non solo della balneazione, ma per l’ambiente e l’economia e andrebbe affrontato per risultati più duraturi, non andando ad intervenire sul singolo tratto di costa o peggio ancora sulla singola spiaggia, ma programmando un intervento univoco su lunghi tratti.”
Occorre - ha spiegato il prof. Mastronuzzi- un’azione coordinata che sia esito finale di una visione d’assieme che tenga conto di tutti gli elementi: moti ondosi, profondità della costa, venti, urbanizzazione dei tratti costieri, gestione dei litorali sabbiosi, opere di difesa (barriere frangiflutti etc.), sbarramenti di corsi d’acqua, se si vorrà realmente rallentare questo fenomeno che sta ingoiando metri e metri di spiagge.
“La questione è di tale portata che –sottolinea Vincenzo Leo- non può essere affidata alla tenacia degli imprenditori che intervengono sulle aree in concessione andando a risolve il problema solo per una stagione. L’approccio deve essere sistematico, ampio -poichè le mareggiate colpiscono senza distinzione ed in modo esteso- , e supportato da studi preliminari, progetti, e risorse.”
Una visione che tanto meno può essere affidata ai singoli comuni rivieraschi che nella maggior parte dei casi – come ha evidenziato il sindaco di Torricella, Michele Schifone- non hanno mezzi economici e strumenti per programmare interventi di ampia portata.
Pertanto, si va avanti nella maggior parte dei casi senza una programmazione a medio termine e procedendo attraverso interventi spot di ripascimento (eseguiti dai privati), peraltro seguendo iter amministrativi che richiedono tempi e procedure complesse che coinvolgono vari soggetti tra quali l’ente Provincia (assente all’incontro).
In conclusione ad essere chiamata in causa è la Regione che tuttavia, sebbene ente con ampie competenze in materia, non ha mai programmato una seria attività di tutela delle coste e di ripristino delle spiagge e ha sempre limitato il proprio ruolo all’attività burocratica, preferendo emanare linee guida per la manutenzione delle spiagge, concentrare la propria attività su le procedure e gli atti amministrativi, e addirittura rallentando in qualche caso, progetti di ripristino degli habitat dunali, finanzianti con le stesse risorse regionali.
Intanto, 50 degli 800 chilometri di costa pugliese spariscono, arretrano, si sbriciolano, ma nessun dirigente, o assessore regionale sembra doversene preoccupare.