Tornano il contatto tra le mani, le chiacchierate, le risate e gli sguardi di complicità. E’ successo tutto oggi quando la stanza è diventata operativa
Gioia ed emozione hanno caratterizzato l'inaugurazione della “Stanza degli abbracci “ della RSA L’Ulivo della Cittadella della Carità. Dopo un anno di stop al contatto fisico tra gli ospiti della Fondazione e i loro parenti, per proteggerli dal possibile contagio da Coronavirus, tornano gli abbracci, il contatto tra le mani, le chiacchierate, le risate e gli sguardi di complicità. E’ successo tutto oggi quando la stanza è diventata operativa.
L’inaugurazione è stata preceduta da una dimostrazione da parte dei volontari dell'associazione “Mister Sorriso”, che ha donato tutta l'installazione; poi due abbracci tra due ospiti ed i loro parenti.
Parole di soddisfazione per la valenza dell’installazione, realizzata con vetro e manicotti monouso dall’artigiano Mimmo Panzetta, sono arrivate dal sindaco di Taranto Rinaldo Melucci e dall’arcivescovo mons. Filippo Santoro, presenti all’inaugurazione. Il taglio del nastro è stato a cura della responsabile della RSA dr.ssa Manuela D’Abramo. Presenti anche il presidente della Fondazione Cittadella della Carità Salvatore Sibilla, ed i due componenti del CdA della Fondazione avv. Piero Relleva e dott. Angelo Bozzetto, il presidente dell’associazione Mister Sorriso Claudio Papa ed alcuni volontari dell’associazione che opera all’ interno del Padiglione.
Grazie ad un divisorio fisso di vetro temperato, dotato di manicotti monouso, è ora possibile abbracciarsi. Tutto in sicurezza. La stanza degli abbracci è un progetto che vede coinvolte, oltre alla dr.ssa D’Abramo, anche la caposala Emmanuela Terravecchia, la psicologa Federica Cerino e l’assistente sociale Tiziana Giusti.
La pandemia nel corso dell'anno appena trascorso ha minato la qualità delle relazioni interpersonali, quell’umanità che spesso si trasmette anche con un solo abbraccio. E’ stato un anno difficile per gli operatori sanitari, ancor di più per tutti coloro che lavorano in strutture con pazienti fragili. Ecco perché l’inaugurazione della stanza è stata accolta da tutti come un segno di speranza per i prossimi mesi, perché l'emergenza Covid-19 non è ancora terminata.