I danni maggiori al comparto agricolo dell’altro versante della provincia
Sono ingenti i danni causati dall’alluvione che si è abbattuta ieri su tutto il territorio della provincia di Taranto.
A segnalare l’accaduto é la CIA, Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto.
«Oramai è già da qualche anno che, in maniera frequente, tali fenomeni metereologici violenti ed improvvisi colpiscono le produzioni agricole» scrive la CIA in una nota. «In agricoltura l’attività d’impresa si differenzia da quella degli altri settori produttivi per la peculiare tipologia di tali eventi, che possono influenzare negativamente il reddito. Più precisamente, i fattori che incidono sulla produzione comprendono, oltre ai normali rischi insiti in qualsiasi altra attività economica, un insieme di eventi atmosferici imprevedibili in grado di influenzare l’attività di produzione.
La CIA chiede che, in occasione del prossimo dibattito parlamentare sulle gravi difficoltà economiche, tenga conto anche di queste situazioni; peraltro, i costi delle imprese agricole continuano a crescere in maniera opprimente, mentre i prezzi sui campi sono sempre più in caduta libera. Occorre intervenire al più presto. Bisogna alleggerire un “peso” che grava sull’attività imprenditoriale.
Per questo motivo la CIA rinnova l’invito affinché, attraverso un decreto d’urgenza, si preveda una sostanziale proroga della fiscalizzazione degli oneri sociali (in scadenza il prossimo 31 luglio) per le aziende che operano in territori svantaggiati e di montagna e dell’“accisa zero” sul gasolio per tutte le imprese, e non solo per le serre.
È quanto sollecitato dalla CIA, Confederazione Italiana Agricoltori, durante il sit-in di ieri a Roma in piazza Montecitorio, davanti alla Camera dei deputati in vista del dibattito sulla crisi economica e sulle misure da predisporre.
Finora nei confronti dell’agricoltura del nostro Paese c’è stata scarsa attenzione – ha sostenuto la Cia – Il Governo ha fatto tante promesse, ma i pochi interventi decisi sono totalmente insufficienti. La stessa finanziaria per il 2010 è risultata molto deludente.
Davanti all’attuale drammatico scenario, è necessario che si adottino misure tempestive e straordinarie per ridare fiato alle imprese. Sia la fiscalizzazione che l’”accisa zero” sul gasolio possono garantire una riduzione dei costi. Certo non rappresentano la soluzione dei problemi degli imprenditori agricoli, ma sono in grado di ridare una boccata d’ossigeno ai tanti agricoltori che oggi fanno fatica ad operare e rischiano di essere espulsi dal mercato.
Dai cereali all’uva, dall’olio d’oliva all’ortofrutta, dalla zootecnia da carne al settore lattiero-caseario, al florovivaismo, è uno scenario allarmante. Servono interventi urgenti, straordinari e concreti.
È, quindi, giunto il momento degli atti tangibili. Le imprese agricole sono in grande affanno. Oltre a tempestive misure, serve un nuovo progetto di politica agraria. Non si può continuare ad ignorare una realtà grave che è sotto l’occhio di tutti. Ci battiamo con energia affinché un grande patrimonio, quale è, appunto, quello agricolo e rurale dell’Italia, non vada disperso e si frammenti ulteriormente. Le conseguenze sarebbero devastanti non solo per il settore, ma anche per l’intera economia”. Invitiamo, quindi, sia il governo che le forze parlamentari ad impegnarsi affinché le imprese agricole possano essere sgravate di una parte dei pesanti costi che oggi sostengono e messe nelle condizioni di stare ancora sul mercato. Altrimenti, sarebbe la chiusura».