domenica 24 novembre 2024


08/03/2021 08:13:47 - Provincia di Taranto - Attualitą

“Così vedo la scuola in Italia”: le testimonianze di Heidi Kyrö, accolta a Massafra con un programma di scambio scolastico di Intercultura

Se ne parla da mesi e ne siamo tutti consapevoli: per gli studenti le restrizioni alla mobilità dettate dal Covid rappresentano una severa ipoteca per la loro crescita scolastica, ma anche - e soprattutto - umana, in termini di capacità relazionali e sociali.

Eppure, non tutti i mali vengono per nuocere. Non solo le lezioni a distanza ci hanno obbligati ad aumentare le nostre competenze digitali, anche per chi nativo digitale proprio non lo era, ma ci hanno anche permesso di vivere in modo diverso e più intenso la dimensione più intima e ristretta che viviamo all’interno delle mura domestiche.

A trarne particolare beneficio è la 17enne finlandese Heidi Kyrö, arrivata in Puglia lo scorso novembre per trascorrere un anno scolastico in Italia.

Ciò ha potuto avverarsi grazie all’ospitalità di una famiglia di Massafra e del liceo “De Ruggieri” di Massafra, la cui dirigente Elisabetta Scalera e il suo prezioso team interculturale, sono sempre disponibili a collaborare per ampliare gli orizzonti interculturali dei loro studenti.

Heidi è, quindi, stata accolta nel centro locale di Taranto e da allora condivide la sua vita con la sua sorella ospitante, i suoi nuovi genitori e la piccolissima sorellina.

Heidi fa parte di quell’esercito di 190 studenti stranieri provenienti da tutto il mondo che, anche quest'anno, nonostante le restrizioni dovute alla pandemia, stanno trascorrendo un periodo scola-stico (dall’intero anno, ai sei, tre, due mesi) con un programma sviluppato dall'Associazione di volon-tariato presente in 160 città sull’intero territorio nazionale.

Nonostante sia relativamente da poco tempo che Heidi si è inserita nel tessuto sociale del nostro territorio, ha già avuto modo di sviluppare una prima consapevolezza sulla scuola, la famiglia, la società italiane. Questo soprattutto grazie a un dialogo continuo e aperto con la sua famiglia ospitante, i suoi docenti, i suoi compagni di scuola e al percorso di formazione che sta seguendo con l’aiuto dei volontari di Taranto. Un’apertura al mondo, insomma, di cui è beneficiaria non solo lei, ma tutto il tessuto sociale con cui  viene a contatto: “Mettersi in gioco non è solo una questione da ragazzi -  spiega Patrizia Simonetti, presidente del Centro Locale di Taranto - anche per una famiglia o una scuola aprire la propria porta a uno studente straniero significa confrontarsi con stili di vita, mentalità e culture diverse. La ricerca di un punto di incontro, mediato dal dialogo interculturale, ha un valore profondo e contribuisce al cambiamento della nostra società e alla crescita di nuove gene-razioni più aperte e internazionali”.

Ma come si è inserita la nostra Heidi nella nuova società massafrese e che cosa ne pensa della sua scuola, delle lezioni a distanza, della famiglia e dei nuovi amici italiani?

Heidi è una ragazza riservata, ma dai brillanti risultati scolastici, ma ovviamente ha dovuto adeguarsi ad un diverso sistema didattico, reso ancora più particolare dalla DaD, così come diversa dalle con-suete esperienze dei programmi di studio è la necessità di permanenza fra le mura domestiche (non dimentichiamo che Massafra vive ancora un periodo di forti restrizioni, essendo stata dichiarata “zona rossa” con ordinanza sindacale, a causa dell’alto numero di contagi).

“L’impostazione didattica è molto diversa da quella finlandese - ci racconta - che è basata soprattut-to sulle competenze e con approcci metodologici meno legati allo studio teorico, ma non ho trovato alcuna difficoltà nell’affrontare lo studio nella scuola italiana. In questo è stato fondamentale anche l’aiuto della mia sorella ospitante, che è una ragazza molto aperta e comunicativa, che riesce a rom-pere quelle barriere di riservatezza che fanno parte del mio carattere (e sono un po’ tipiche del popolo finlandese, n.d.r.).  Tutta la famiglia mi ha accolta molto bene, la mamma è molto attenta e premurosa e cucina molto bene, come, credo, tutte le mamme italiane. Il papà lavora molto, ma riesce a dedicare alla famiglia del tempo “di qualità”, non facendo mai mancare il suo sostegno. Il fatto che sia costretta a passare molto tempo in casa non mi ha impedito di stringere delle amicizie anche con alcuni compagni di scuola ma, soprattutto, mi ha consentito di imparare meglio la lingua italiana, dovendo comunicare costantemente con la mia famiglia. Per quanto riguarda la scuola, sono stata sempre supportata dai docenti che mi hanno offerto il loro aiuto per superare le difficoltà iniziali. Unico piccolo rimpianto è quello di non poter visitare le città d’arte italiane ma non dispero che, prima della fine di questa esperienza, sarà possibile farlo. Altrimenti, porterò, comunque, a casa, uno splendido ricordo e degli affetti che rimarranno per tutta la vita”.

Anche la famiglia “ospitante” si dichiara felice di aver superato le riserve e le paure che sempre ac-compagnano la decisione di accogliere per un periodo così lungo una persona sconosciuta, aprendole la propria porta e il proprio cuore. Inizialmente intimidita dalla riservatezza di Heidi, ha saputo superarla con il proprio calore umano e dichiara di sentirsi a sua volta arricchita da questa esperienza.

Dalle loro testimonianze, Heidi e gli altri studenti attualmente presenti in Italia per un programma di studio mostrano, dunque, una grande forza di volontà e tanta voglia di conoscere una realtà nuova, la nostra.











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