martedì 26 novembre 2024


26/04/2021 09:50:53 - Manduria - Cultura

Lo ricordiamo riproponendo una interessante conversazione, quanto mai attuale, che tenne 11 anni fa sul ruolo della scuola nell’era globale

 

In occasione dell’iniziativa del Centro Culturale GS a cura di Giulia Selvaggi “Ottobre piovono libri 2010”, Cosimo Pio Bentivoglio tenne una conversazione dal titolo “Nuovi talenti e scrittori affermati nella società globale”. Con un puntuale e preciso excursus sull’importanza della scuola dalla sua nascita fino ai giorni nostri, il maestro Bentivoglio si chiedeva quali prerogative dovesse avere e chi dovesse essere considerato “ora” uno scrittore.

Dopo aver ipotizzato alcune risposte, l’intervento (ed è lo stralcio che si intende proporre in questa sede, in occasione del terzo anniversario della sua morte) focalizza l’attenzione sul ruolo della scuola nell’era globale.

Egli, maestro per 40 anni, educatore di intere generazioni, cultore quasi maniacale della “bella” scrittura nel senso letterale del termine, avvertiva che qualcosa stava per cambiare in modo irreversibile. Quelle che fino ad allora erano delle certezze acquisite, cominciavano a scricchiolare.

Certo non poteva immaginare la realtà che ora stiamo vivendo, anticipata e provocata dall’epidemia da Covid.

Sicuramente la didattica a distanza (DAD) non lo avrebbe colto di sorpresa né tanto meno trovato impreparato. Da profondo pensatore e attento osservatore dei cambiamenti, lo aveva previsto o chissà, paventato forse, per esorcizzare quel qualcosa che ci ha inevitabilmente travolti.

 

Il cambiamento del quale ognuno di noi è oggi spettatore e protagonista a me pare che abbia la stessa incidenza di alcune suture, o punti nodali, della storia che abbiamo sin qui evidenziato. Ma, se così è, ci dobbiamo attendere, forse, che ai crampi e ai calli degli antichi monaci amanuensi si sostituirà la sindrome del tunnel carpale provocata dall'uso della tastiera del computer o il possibile aumento dei tumori oculari provocati dalle eccessive sollecitazioni degli schermi del computer?

Oppure queste paure saranno vanificate dalla tecnica touch screen che ovvierà a possibili effetti collaterali?

E dinanzi allo sviluppo delle capacità interattive che sarà provocato dagli strumenti elettronici sempre più sofisticati, non sappiamo come cambierà, o se sopravviverà, l'istituzione della scuola oppure sarà sostituita dai nuovi televisori portatili che consentiranno la scomparsa di tale benemerita istituzione surrogata da un effettivo maestro unico, cioè mamma televisione non più cattiva maestra, ladra di tempo e serva infedele, come ebbe a definirla appena qualche decennio fa Carl Popper, in grado di prendere il posto di stuoli di maestri e professori.

E, d'altra parte, non si capirebbe più il senso di dover sottoporre a stress i piccoli allievi perché apprendano la scrittura sviluppando la cosiddetta manualità fine, quando con il touch screen sarà sufficiente poggiare il polpastrello del dito su uno schermo per produrre segni e lettere, automaticamente corretti, da una mente superiore nascosta dietro e dentro il sottilissimo schermo di grafene. Per quei ventiquattro lettori che ancora non ne fossero a conoscenza, il grafene è l'ultima conquista della nanotecnologia.

Mentre noi facciamo una sorta di battaglia di retroguardia o una lotta di trincea, nel tentativo di difendere posizioni acquisite, la tecnologia corre veloce, di là, forse, dalla stessa nostra comprensione. Mentre noi, come il protagonista di Blade Runner, emblema dell'uomo moderno, che chiede più anni al suo creatore, chiediamo sempre più libri, invocandone addirittura, una pioggia, forse il demiurgo che regge i fili della storia umana ci guarda sorridendo, compatendo l'umana  follia che ancora non ha compreso che è il cambiamento a muovere la realtà e non la ripetitività di un processo che, una volta assolta la sua funzione, diviene obsoleto.

A noi tocca la fortuna di essere protagonisti del nostro tempo, cerchiamo d'esserlo senza ansie o timori per una ipotetica barbarie ritornata ma, con la fiducia nelle magnifiche sorti e progressive di leopardiana memoria, viviamo questo cambiamento epocale dinanzi al quale il demiurgo ci ha posti.

 

Ottobre 2010

Cosimo Pio Bentivoglio











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