«La tragedia e la cronaca sanciscono il ritorno al Medioevo per la dignità delle persone e dei lavoratori»
Una campagna elettorale che al suo epilogo mostra le debolezze di una politica nazionale che emargina e rende soli, sempre di più. La storia di Andrea, un uomo che a 35 anni decide di mollare tutto dovrebbe imporre sin da ora maggiore attenzione su temi e persone. Persone che mentre la politica si spacca su giochi di parte e sugli scandali di piccolo cabotaggio trema e annega di fronte al rischio di una precarietà infinita.
E' l'amara considerazione di Ludovico Vico che nel giorno precedente al silenzio pre-elezioni torna alla tragedia dell'operaio suicidatosi a Marina di Ginosa.
Lo stress di moduli produttivi sempre più incalzanti, scanditi da minuti inumani, l’incubo della cassa integrazione – afferma il parlamentare tarantino – sono la tragedia che sancisce il ritorno del medioevo per la dignità delle persone e dei lavoratori. Il segno di una inciviltà che sarà possibile fino a quando non ci ribelleremo e non torneremo a liberare i diritti, chiedendo di sapere che cosa accadrà di uno degli insediamenti industriali più importanti del nostro territorio.
Il riferimento è ai 1.500 lavoratori già in Cassa integrazione sui 3.500 di organico, al Piano Industriale ancora non determinato per il rilancio della Natuzzi e al ritardo nella convocazione del tavolo al Ministero per lo Sviluppo Economico.
La politica ritorni umana. E' l'appello di Vico.
Una politica umana ma anche istituzioni più attente e consapevoli del ruolo che in questa rivoluzione delle coscienze ognuno di noi è chiamato a svolgere – afferma l'esponente del PD.
La tragedia quindi si intreccia con le ultime notizie di cronaca.
Quello che sta accadendo a Teleperformance è un altro sintomo di debolezza del nostro sistema democratico – afferma Vico – Una vertenza che non è solo occupazionale e che non riguarda soltanto quei lavoratori, i 600 considerati in esubero, e gli altri purtroppo in condizione di scarsa stabilità futura. Perchè per tutelare quel lavoro bisognerà impegnarsi a tutelare i diritti di chi lavora ma anche di una impresa che per prima, nel settore, si è impegnata per contratti e livelli di stabilizzazione.
Così l'appello lanciato dai sindacati trova in Vico uno strenuo difensore.
Sono d'accordo con i sindacati – dice il parlamentare tarantino - dobbiamo cercare di puntellare l'organizzazione aziendale e in questo momento complicato per la società di call center e per tutto il mondo del lavoro tarantino, aprire una vertenza nazionale. Chiedere anche ai committenti pubblici e privati di Teleperformance di assolvere a quel ruolo di coscienza.
Il riferimento è al clima di deregulation che accompagna il settore.
Teleperformance subisce la concorrenza sleale di call center che fioriscono nei sottoscala – dice Vico – di luoghi dove il lavoro è precario, invisibile o sottopagato. Ed è assurdo nonché paradossale che committenti pubblici, come ad esempio l'INPS, possano decidere di servirsi di questo genere di aziende dimenticando che il rispetto delle regole contributive e retributive è una missione statutaria dello stesso ente.
Un gioco al massacro che nella circolare Sacconi ha un colpevole complice.
Le ispezioni sono praticamente bloccate – termina Vico – e l'assenza di controllo favorisce la mancata stabilizzazione.