domenica 24 novembre 2024


31/03/2010 07:42:02 - Sava - Cultura

L’incontro nell’ambito del laboratorio di giornalismo dell’istituto savese

 
L’istituto  “Del Prete” di Sava ha ospitato, giorni fa, Alessandro Contessa, produttore del film “Focaccia Blues”, cui gli studenti del laboratorio di giornalismo, promosso  grazie ad un progetto PON, hanno rivolto diverse domande personali e non , guidati dalla docente Rosa Soloperto.
Attraverso questo scambio di opinioni gli studenti hanno avuto la possibilità di integrare le proprie conoscenze scolastiche su un importante tema sociale, quale quello della “globalizzazione”, avvalendosi di un accesso diretto all’esperienza. Alessandro Contessa, infatti, ha sottolineato, discorrendo coi ragazzi, che “Focaccia Blues” è una docu-fiction, quindi la riproduzione di una storia realmente accaduta in quel di Altamura, un  grosso centro barese, famoso per il suo pane a denominazione di origine protetta.
Il film documentario, diretto dal regista Nico Cirasola e con la scenografia di Alessia Lepore, sempre pugliesi, racconta l’impresa di una piccola focacceria pugliese di proprietà di due fratelli, il panettiere Luca Digesù e Giuseppe, che, votandosi paladini dei propri prodotti tipici e genuini, riescono a mettere in crisi un grande Mc Donald’s, aperto qualche mese prima ed insinuatosi silenziosamente, coinvolgendo in maniera quasi mistica la mente e il cuore degli abitanti.
Il Davide dalle focaccia altamurana costituita da un insieme composito e ben amalgamato di ingredienti semplici, in grado di scatenare incontrollabili impulsi emotivi ed anche erotici, soppianta il Golia ibrido e standardizzato della ristorazione globalizzata.
La vicenda viene ricostruita durante il film sia attraverso i racconti di “gente del luogo”, campionata in base al possesso di caratteristiche esaltanti l’universo di riferimento e di “testimoni privilegiati” quali Michele Placido, Renzo Arbore, Lino Banfi, Onofrio Pepe e  Nichi Vendola, tutti in partecipazione amichevole, anch’essi orgogliosamente motivati a testimoniare il tratto indelebile nelle loro spettacolari vite, della tradizione e dei valori della Puglia.
Di sfondo, sempre nel film, si racconta una storia d’amore, pura fiction che coinvolge tre personaggi che metaforicamente sono simboli “umanizzati” della vicenda: il fruttivendolo Dante, genuino come la focaccia, storicamente innamorato della bella cliente Rosa che invece resta profondamente attratta dallo straniero Manuel, appariscente e coinvolgente come il Mcdonald’s.
Col tempo Rosa si rende conto che l’infatuazione iniziale non le ha dato la possibilità di scorgere la superficialità dello straniero. Alessandro Contessa riferisce agli studenti che suo profondo ispiratore  è stato il sociologo e filosofo Zigmunt Bauman, che riflettendo criticamente sulla “globalizzazione” come industria della “vita liquida”, incapace di conservare la propria forma e consistenza, contrappone il concetto della “glocalizzazione” come risorsa, che è il messaggio centrale che il film documentario ha inteso trasmettere..
Questo concetto è aperto ad un’accettazione della dinamica economica sociale senza netti rifiuti ed opposizioni ma ricorrendo ad un’adeguata capacità di contrattazione dialogica che sia orientata alla difesa ed alla protezione del “locale “ che pur non escludendo la necessità economica dell’esportazione non trascuri quella della identificazione tipica e valoriale.
Il film è stato girato in Italia ed in America con il contributo della Regione Puglia, Apulia Film Commission e con un costo di 300/350 mila euro, ha riscosso un notevole successo che secondo il produttore è stato fortemente determinato dalla rilevanza contestuale ed attuale del tema trattato ed ha ottenuto anche due importanti riconoscimenti quali la “Menzione Speciale ai Nastri d’Argento” (premio della critica) e “Ciak d’Oro 2009”.
Alessandro Contessa ha concluso l’incontro con gli studenti preavvisando l’uscita di un nuovo film “ noir “ che racconta la storia di un pasticcere, girato in Svizzera ed in Piemonte, con protagonisti Antonio Catania ed Ennio Fantastichini, evidenziando ancora una volta la sua passione nel raccontare in chiave cinematografica storie di vita.
 
Loredana Ingrosso










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