«Ma non possono prendere impegni, anche per la cronica carenza di medici. Possiamo incontrarci nuovamente quando sarà più chiara la ripartizione dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza»
Per ultimo, nel dibattito di stamane all’interno del Consiglio comunale monotematico sul “Giannuzzi”, è intervenuto l’assessore regionale alla Sanità, Pierluigi Lopalco.
Chi si attendeva l’assunzione di impegni precisi è rimasto estremamente deluso. Ecco la scaletta dell’intervento di Lopalco.
ASCOLTO - «Sono qui per ascoltare le richieste, così come ho fatto in tanti altri territori. Le lagnanze sono simili e questo perché si ha una visione ristretta: i problemi dell’ospedale di Manduria sono simili a quelli di altre tante strutture sanitarie».
CARENZA DI MEDICI - «C’è bisogno di rendere idonee le strutture sanitarie e questi interventi si possono fare con le risorse Fesr e del Pnrr.
Per il resto, però, dobbiamo fare i conti con la grave carenza di personale. Abbiamo pochi specialisti e quelli che ci stanno preferiscono andare dove si guadagna di più, dove c’è più possibilità di fare carriera o in un ospedale non lontano da casa. Stiamo cercando di colmare questa lacuna. Per quest’anno accademico abbiamo ottenuto di innalzare di 250 unità il numero chiuso delle facoltà di Medicina delle Università pugliesi . Il numero chiuso è giusto che ci sia, ma va programmato in base alle esigenze e alle disponibilità.
Non è possibile, infatti, eliminare il numero chiuso, in quanto il Ministero per l’Istruzione dovrebbe poi assumere più docenti per far fronte alla crescita del numero degli studenti. E con il debito pubblico dello Stato italiano questo non è possibile».
FONDO SANITARIO NAZIONALE - «La pandemia ha scoperchiato la pentola della sanità. Tutti si sono accorti di quanto sia stretta la cinghia. Ora ci stiamo battendo per il reparto del Fondo Sanitario nazionale. Alla Puglia vengono riservati molti meno soldi di altre regioni del nord con la stessa popolazione. Inoltre dobbiamo evitare che i pugliesi si facciano curare in altre regioni: sono soldi che se ne vanno».
IMPEGNI DA ASSUMERE - «Cosa vi posso promettere? Da persona seria non prometto ciò che non posso mantenere. Questo territorio deve ricevere l’attenzione che merita, ma c’è poca … ciccia per tutti, anche per le province di Lecce e Bari. Entro il 2022 occorre ridisegnare il piano della sanità, che dovrà rispondere al requisito dell’integrazione. Cosa intendo dire? Sarebbe assurdo avere due servizi identici in ospedali che distano 20 km. Dobbiamo essere credibili.
Stiamo continuando a fare i conti con i tagli della sanità apportati dal DM 70. Quel DM non era finalizzato a ristrutturare la rete ospedaliera, ma, in una situazione nazionale che stava andando verso il default, aveva l’obiettivo di operare solo dei tagli. Nel nord sono riusciti a reggere la botta, ma al sud, partendo da situazioni svantaggiate, la sanità è andata ancora più in crisi.
Io per ora posso solo assicurare, quindi, che l’ospedale di Manduria non sarà chiuso. In Puglia abbiamo 30 ospedali in meno rispetto alla popolazione. Sarebbe dunque assurdo privarci di un nuovo ospedale. Non ce lo possiamo permettere.
Il “Giannuzzi” non chiuderà e non sarà privato di ulteriori servizi. Ciò che vi avevamo promesso (come l’ampliamento della Rianimazione), lo stiamo rispettando. Ampliando la Rianimazione servirà a dare benzina all’attività chirurgica».
FUTURO DEL GIANNUZZI - «Non ha senso parlare di ospedale di primo livello oppure ospedale di base. Il “Giannuzzi” ha servizi di ospedali di primo livello (come la Rianimazione), e magari è privo di servizi che hanno gli ospedali di base. Occorre elevare la qualità dei servizi, ma facendo i conti con le risorse che abbiamo e che avremo a disposizione. Con i fondi del PNRR, potremo investire in servizi telematici e in ristrutturazioni. Forse potremmo comprare qualche strumentazione, ma non possiamo assolutamente assumere medici e infermieri.
E’ assurdo, però, fare la battaglia per il Punto Nascite, in una fase, che dura da tanto tempo ormai, in cui il decremento delle nascite è consistente. D’altronde, che garanzia di qualità darebbe un Punto Nascite che fa un parto e mezzo di media al giorno?
Occorre invece scegliere la vocazione del territorio, capendo e puntando su cosa serve maggiormente qui a Manduria, cosa serve a Martina, cosa a Castellaneta e via dicendo.
Dobbiamo far arrivare in ospedale, poi, solo i pazienti che hanno bisogno delle cure ospedaliere e ciò è possibile rivisitando il rapporto con i medici di Medicina Generale.
Vi posso promettere di darvi ascolto e di lavorare in sintonia. Nulla sarà tolto a questo ospedale. Possiamo rivederci dopo che sarà stato stabilito il riparto delle risorse rivenienti dal PNRR. In quel momento avremo più chiari i nostri margini di manovra».
CONCLUSIONI - Sin qui l’intervento dell’assessore regionale Pierluigi Lopalco. In buona sostanza, non è stato aggiunto nulla di più di quanto non si sapesse già alla vigilia di questo Consiglio comunale. C’è l’impegno a non chiudere il “Giannuzzi”, ma la chiusura può arrivare, anche senza la volontà esplicita, se continuano ad esserci tagli ai servizi.
Da non trascurare, poi, il rischio che evidenziato dal sindaco Iaia: se le Asl di Taranto e Brindisi saranno accorpate, quelli di Francavilla e Manduria rischiano di diventare ospedali doppioni. E, sinora, l’ospedale di Francavilla ha ricevuto sicuramente più attenzioni di quello di Manduria.
Terminata la seduta con l’approvazione all’unanimità della delibera, ci resta una domanda a cui non sappiamo dare risposta: a cosa è servito, concretamente, questo Consiglio comunale?