L’interessante relazione sulle opere dei frati francescani di Casalnuovo
Il primo dei “Giovedì della Gattiana” ha visto come relatore, nella storica sala di lettura della biblioteca, l’avv. Giuseppe Pio Capogrosso, che ha catturato l’attenzione dei presenti con la sua interessante relazione sul “Leggendario Francescano”, corposa opera su francescani dalla vita esemplare in cui sono riportate anche figure di frati casalnovitani.
Può suscitare ancora interesse una storia antica che parla di santità? Si è chiesto lo studioso alla fine del suo intervento in cui ha riportato la biografia ed i miracoli dei frati francescani di Casalnuovo. La domanda è più che legittima, sia perché ha presentato la sua ricerca in un momento storico fortemente secolarizzato, sia perché questa propone l’esempio di frati casalnovitani vissuti in un periodo, 1500-1600, in cui il famoso “Quisquefaber est fortunae suae” era un solido principio che trova piena attuazione ai nostri giorni, proprio con quella piena fiducia nel progresso e nelle capacità umane che induce ormai a fare a meno del divino.
Eppure sembra altrettanto legittima la risposta positiva che il relatore propone a sé e agli altri: la “santità” è attuale se vista in un’ottica moderna, non come prodigio, ma come coerenza con le proprie scelte e come concezione della vita fondata su valori che dovrebbero essere condivisi da tutti al di là delle proprie convinzioni, religiose o laiche che siano.
Certo, la vita, i miracoli dei tre religiosi casalnovitani rispondono all’esigenza di esemplarità propria del cotesto storico e della temperie culturale successiva al Concilio di Trento e testimoniano il grande fervore religioso che si registrò a Casalnuovo dopo l’incremento demografico registrato proprio nel ‘500 concretizzatosi nella costruzione di chiese e l’istituzione di conventi decisamente numerosi se rapportati al numero degli abitanti.
Così Capogrosso ha riferito i miracoli attribuiti ai frati senza cedere a facili suggestioni anzi, sottolineando il labile confine tra realtà e fantasia proprio dei racconti agiografici, eppure è riuscito a cogliere nel racconto del Leggendario quello che può essere un intrinseco messaggio, la presenza in un’opera tanto vasta di fraticelli di un paesino della Terra d’Otranto deve indurre a recuperare il valore delle proprie radici spesso mortificato da una invadente globalizzazione che ormai impone usanze estranee alla nostra cultura.