Stamani al Giannuzzi la cerimonia organizzata dalla Asl. Le toccanti testimonianza di tre ex pazienti Covid
Un anno fa, in piena ondata pandemica, alla sanità italiana venne richiesto l’ennesimo sforzo per affrontare l’emergenza. Così, l’ospedale di Manduria, date le sue caratteristiche, tra le quali la presenza dell’unità di Terapia intensiva, si trovò a essere riconvertito in ospedale Covid e tutti i professionisti della sanità dell’area messapica furono chiamati a fare ognuno la propria parte. A un anno di distanza, la ASL Taranto ha voluto ricordare quanto è stato fatto e ha colto l’occasione per fare una riflessione sulla sanità ionica.
«Oggi è una occasione per raccontare, una volta tanto, quanto siamo stati bravi - ha affermato Stefano Rossi, direttore generale Asl Taranto - non per vanità, ma per sottolineare come la nostra sanità sia capace di mettere in gioco le risorse e le professionalità necessarie per affrontare ogni difficoltà. Siamo stati capaci di riorganizzare rapidamente una struttura antica, inserita nel territorio urbano, che si è trasformata per rispondere alle esigenze del momento, sfruttando nuove tecnologie e professionalità. Gli operatori della sanità hanno dimostrato di saper reagire, lavorando insieme. Al “Giannuzzi” sono stati ricoverati tanti pazienti della zona, per i quali, pertanto, si è evitato di ricorrere a strutture più lontane».
Si è rimarcata l’ottimale collaborazione con il Moscati di Taranto e l’impegno profuso dall’infettivologo Giovanni Buccoliero.
L'ospedale di Manduria lo scorso anno fu completamente convertito in ospedale Covid per garantire il raggiungimento dei posti letto necessari per affrontare la terza ondata. A fine ottobre, dopo le dimissioni dei pazienti non Covid e il trasferimento delle altre attività, la struttura manduriana è stata l'unico ospedale della provincia per pazienti Covid con patologie chirurgiche e ha garantito all’inizio 56 posti letto in area medica, 6 in area chirurgica e 5 in terapia intensiva. Fino al 10 giugno, giorno in cui sono riprese le altre attività, il Giannuzzi ha assistito quasi 594 pazienti Covid, suddivisi in 462 in area medica, 67 in area chirurgica e 65 in Rianimazione. Di questi 194 sono deceduti.
«Oggi è una giornata di racconto, non ricordo – ha chiosato Irene Pandiani, direttrice del presidio ospedaliero - Per noi è una catarsi, lo scorso anno quasi non pensavamo che saremmo riusciti a fare ciò che poi abbiamo fatto, con il contributo di tutti. Abbiamo combattuto tutti insieme, riconvertendo l’ospedale, le strutture, utilizzando nuove attrezzature e grazie alle risorse umane che hanno operato al meglio».
Tante le parole spese per ringraziare tutti coloro (medici, infermieri, oss) che, in quel periodo di estrema emergenza, sono stati in prima fila per cercare di fornire la migliore assistenza ai pazienti.
Fra gli interventi, ricordiamo quello del dott. Francesco Turco, che, oltre a dirigere il Pronto Soccorso, ha avuto il compito di guidare due reparti Covid del Giannuzzi. E’ stato proprio il dott. Turco a ricordare il grande lavoro di squadra profuso da tutti gli operatori del Giannuzzi.
Toccanti le testimonianze di alcuni pazienti guariti, che hanno ringraziato il personale che si è preso cura di loro.
«In tanti giorni di ricovero, ho imparato a leggere dall'espressione dei loro occhi quali erano le mie condizioni» ha affermato il signor Monteleone. «Anche se bardati nelle loro tute, tutto il personale ci mostrava sempre la propria disponibilità e ci permetteva di sentire, nonostante tutto, la vicinanza dei nostri parenti, che venivano contattati da loro. Anche se per me è stato un brutto periodo, serbo un bel ricordo di tutti coloro che mi sono stati vicini» ha affermato Antonella.
Toccante anche la testimonianza di Gregorio, uno dei tanti pazienti intubati.
Presente il personale delle strutture, insieme ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta.
“Gli eroi non siamo stati noi – ha affermato la dottoressa Erminio nel suo intervento – noi abbiamo solamente fatto il nostro lavoro, tenendo fede a un giuramento. I veri eroi sono stati i pazienti e i loro parenti, per come hanno affrontato tutto».
Durante la cerimonia è stato ricordato anche l’ex sindaco Antonio Minò, uno dei 194 pazienti del Giannuzzi che ha perso questa durissima battaglia.