Massima e immensa espressione di tale pia pratica penitenziale è ‘Il Libro Magno del Digiuno’, che è possibile consultare in formato digitale
Doppia missione in questa giornata di solennità per raccontare l’antichissima pratica del digiuno «in pane e acqua che ad onore dell’Immacolata Concezione di Maria sempre Vergine suol farsi dalli confratelli di detta Immacolatissima Signora» e da numerosi fedeli in Manduria e in tutto il mondo cristiano.
Massima e immensa espressione di tale pia pratica penitenziale è ‘Il Libro Magno del Digiuno’, che consulteremo insieme in formato digitale al seguente indirizzo http://www.internetculturale.it/it/64/partner/27848/biblioteca-civica-pietro-acclavio-taranto.
Sulla data di inizio del digiuno le fonti sono discordanti: il Fistetto, dopo serrate argomentazioni al riguardo, la fissa al 1648, assumendo come termine post quem non il 1656 (‘Se Concetta ho Maria…’). Le motivazioni di questo specialissimo digiuno sono da ricercare nella volontà di protezione del popolo mandurino dalle conseguenze nefaste di continui temporali e pericolosi fulmini, causa di innumerevoli eventi luttuosi in quel periodo. Avvenne così che don Andrea Durante, rettore della Confraternita dell’Immacolata, si rivolse a suor Maria Villani, che godeva fama di santità in Napoli, la quale gli consigliò che i confratelli e i cittadini tutti osservassero un digiuno a pane e acqua, ciascuno in un giorno designato a sorte, in modo da aversi ogni giorno dell’anno uno o più manduriani digiunassero in onore dell’Immacolata.
Presto tale pratica devozionale si estese anche fuori i confini d’Italia coinvolgendo feudatari, sindaci, illustri cittadini che chiedevano al priore ‘di essere ascritti al digiuno’. Nato nell’ambito della confraternita dell’Immacolata di Casalnuovo, diffusosi da Terra d’Otranto al Regno di Napoli, dal Regno di Francia a quello di Spagna, il ‘digiuno a pane e acqua’ finì con l’essere universalmente riconosciuto in tutto il mondo cristiano e sancito dalla Bolla papale del 10 luglio 1676 di Papa Clemente X.
L’assegnazione della giornata nell’anno era effettuata dal priore tramite sorteggio (per non privilegiare alcuno) ed era riportata su una specie di ‘tessera devozionale’: la ‘Carta di Casalnuovo’ o ‘Carta ti li tròniti’ = (dei tuoni), una xilografia che rappresentava la Vergine coronata di stelle tra due angeli, con uno spazio nella parte inferiore dove scrivere il nome del richiedente, la data stabilita per il digiuno e un distico tratto da una giaculatoria scritta da un tal poeta popolare Michele (interamente riportata nel Libro).
È un fatto che fino al 1983 (anno dell’emanazione del ‘Codex Juris Canonici’ che lo soppresse) la tradizione cattolica prevedeva l’obbligatorietà del digiuno il 7 dicembre (la scelta di praticarlo in un giorno diverso divenne via via volontaria e personale).
Il ‘Libro Magno del digiuno’, restaurato a cura del Comune di Manduria, presso l'Abbazia benedettina di Noci nel 1998, si presenta in ottavo regolare (misura cm. 21x30), comprende 910 carte manoscritte al ‘recto’ e al ‘verso’, per un totale di 1820 pagine. Ogni carta è stata numerata, lato ‘recto’ in basso a destra, con un numero arabo da Michele Greco in occasione della conferenza da lui tenuta nel 1960, a seguito della quale si ottenne che il manoscritto fosse ‘affidato’ alla biblioteca comunale, rimanendo tuttavia di proprietà della confraternita. Su ogni carta l’elenco dei nomi è disposto quasi sempre su due colonne, a volte su tre, soprattutto quando sono registrati nomi di personalità di rilievo per riportarne l’intero titolo nobiliare. Il volume è stato compilato a più mani, in un arco di tempo che va dal 1678 al 1854.
Una sua prosecuzione può essere considerato il secondo manoscritto. Tale documento, in formato ottavo lungo (misura cm. 16x37), è datato 1865, ma in realtà la trascrizione dei nomi dei devoti parte dal 1862, da quando cioè l’arciprete della Collegiata, Salvatore Greco, volle ripristinare l'antica tradizione (interrotta per pochi anni solo nella registrazione scritta), istituendo un secondo Libro, e arriva fino al 1940. Anche questo secondo libro presenta un titolo ‘Nomi e Cognomi dei divoti che si ascrivono volontariamente al digiuno ed al Santo abitino della Venerabile Arciconfraternita della Beatissima Vergine Maria Immacolata. Rinnovata in Manduria nella sua chiesa’.
Il nostro percorso digitale comincia accedendo al seguente indirizzo http://www.internetculturale.it/it/64/partner/27848/biblioteca-civica-pietro-acclavio-taranto. Ci troveremo di fronte ad una schermata che scorreremo fino a trovare ‘Collezioni digitali’, quindi sceglieremo ‘Storia locale. Taranto e il suo territorio’. A fondo pagina, in ‘Istituti collegati’, troveremo in elenco ‘Biblioteca comunale Marco Gatti – Manduria’. Ci siamo quasi!
Alcune informazioni essenziali sul patrimonio librario della Gattiana e finalmente possiamo sfogliare il nostro ‘Librone Magno del digiuno a pane e acqua’ cliccando in alto, a destra dello schermo, precisamente su ‘Vedi biblioteca digitale’: sarà il primo dei manoscritti che ci apparirà. Cliccando ‘Confraternita dell’Immacolata <Manduria>, provenienza’ avremo sulla schermata i due manoscritti costituenti il Libro, MS. Rr/7 e MS Rr/8: il primo racchiude gli anni dal 1678 al 1854, il secondo dal 1862 al 1940.
Per quanto riguarda il primo manoscritto (MS. Rr/7), dopo le informazioni di catalogazione, possiamo scegliere ‘Dettaglio’ (una breve storia del digiuno) oppure ‘Vedi’ (visione delle singole pagine del prezioso volume). Non ci scoraggeremo se sfogliando le prime carte (usando le freccette verdi ai lati della schermata) vedremo solo pagine bianche, perché, dopo un po’ troveremo il ‘Frontespizio’ del volume, recante come Titolo (in un carattere calligrafico che si distingue per finezza ed eleganza): ‘Catalogo di tutti quelli forastieri, che sono scritti alla divotione del digiuno ad‘honore della Purissima Concettione di Maria sempre Vergine Immacolata acciò ci liberasse da Tuoni e Fulmini’.
Sfogliando, leggeremo sulla carta 5r: ‘Libro seu Catalogo de nomi delli Fratelli, li quali sono ascritti alla divotione del digiuno perpetuo in pane, ed acqua in honore della Concetione Purissima di Maria nella Congregatione di detta Santissima Concetione dentro la Chiesa della Madonna della Gratia di questa Terra di Casalnuovo ascritti d’ordine e volontà di detta Congregazione’. Secondo il Fistetto, la presenza di queste due pagine, contenenti entrambe diciture assimilabili a ‘Titoli’, si spiega considerandoli come incipit di due manoscritti differenti messi assieme in seguito ad una rilegatura poco accorta.
Seguono l’anno di inizio della trascrizione (1678) e i nomi del priore, degli assistenti e talvolta del segretario. Al di là del mero elenco di nominativi, pure interessante per la provenienza e il numero considerevole di devoti, l’interesse del libro cade su alcune ‘Carte’, ad esempio la Carta 9 sul cui ‘verso’ è riportato «Terre notate dopo stampato il libretto»; la Carta 10, sulla pagina al ‘recto’ reca «Chiave, per ritrovare le Città, Terre, e Casali, che sono scritti al digiuno perpetuo»; le carte da 19 a 21 riportano la filastrocca del poeta popolare Michele. E scorrendo… la Carta 327 sul cui ‘verso’ è annotato «Sua maestà Francesco I con tutta la sua Reale famiglia». All’interno del manoscritto in esame, troviamo altresì inseriti alcuni importanti documenti, attentamente esaminati dal Fistetto, fra i quali un rogito notarile del 1693 (Carte 868, 869, 855, 856) con cui l’Università di Monterosso in Sicilia formalizza in maniera ufficiale e solenne l’impegno a rispettare “la polisa ricevuta” (la ‘Carta di Casalnuovo’); in questo caso specifico il ricorso alla pia pratica trova la sua ragion d’essere nello scampato pericolo di un disastroso terremoto avvenuto in gennaio di quell’anno. E tanto altro ancora c’è da scoprire ...
Lo stesso percorso ci porterà a visualizzare il secondo manoscritto (MS. Rr/8). Anche questo secondo Libro presenta un Titolo: ‘Nomi e Cognomi dei divoti che si ascrivono volontariamente al digiuno ed al Santo abitino della Venerabile Arciconfraternita della Beatissima Vergine Maria Immacolata. Rinnovata in Manduria nella sua Chiesa’. I nominativi elencati compaiono sulla ‘Carta 4’, ma non seguono uno stretto ordine alfabetico, arrivando, in alcuni periodi, ad essere inseriti alla rinfusa. In questo secondo ‘Libro’ vi è un documento (carte 13-16) che suscita interesse e fa riflettere sui piccoli grandi cambiamenti apportati nella Storia dal progresso (in questo caso negli strumenti di comunicazione). Si tratta di un elenco con busta e francobollo delle “Reali Poste Italiane” di centesimi 20, indirizzato all’arciprete don Salvatore Greco da parte del sac. Pasquale Marasco di Sambiase. Significativo il testo (riportato dal Fistetto) nel quale, dopo aver chiesto che il giorno del digiuno in fosse sorteggiato ma stabilito il giorno della vigilia della festa dell’Immacolata, ci si raccomanda di far sapere «quanto costano le pagelle, e le spese postali, anzi se ne mandate di più pagelle, ve ne manderò i rispettivi nomi e cognomi con la somma in cartolina vaglia»).
Per qualunque difficoltà ad accedere a questo tipo di consultazione informatizzata si può chiedere in biblioteca una consultazione guidata sui computer ivi presenti.
Per le notizie storiche riguardanti il digiuno e il relativo Libro Magno, comprese le citazioni, consultare Michelino Fistetto, Se Concetta ho Maria… - Ricerca storica sulla Confraternita dell’Immacolata di Manduria, sulla chiesa omonima, sulla particolare devozione del digiuno a pane e acqua, Disponibile in biblioteca.