«Il vostro invito a Manduria? Lo immaginavo con altri toni, magari con benevolenza e non con un paternalistico “non vogliamo delle scuse” che ne implicano la necessità»
La conduttrice televisiva Enrica Bomaccorti ha risposto, con celerità, alla lettera dei nove consiglieri di minoranza. Ecco il testo integrale.
«Cari consiglieri tutti e cara tutta Manduria,
non riesco a credere che le mie parole siano state interpretate come una seppure larvata offesa! Io che adoro il Sud, orgogliosa di una mamma napoletana e di mezza famiglia angrese (Salerno), innamorata del vostro territorio e della vostra ospitalità… E voi pensate che io mi riferissi a tutta la popolazione?
Che la battuta sul vostro fantastico ‘Primitivo’ lo denigrasse? Mi sono riferita, anzi l’ho proprio detto, all’atteggiamento primitivo di quelle persone che hanno messo all’ostracismo una compaesana ‘colpevole’ solo per aver pubblicato un romanzo a sfondo erotico.
Questo non vuol dire né offendere né etichettare un’intera comunità, ma partecipare, con la sintesi estrema di un ‘banale gioco di parole’, con lo stesso punto di vista sul fatto di cronaca che si stava dibattendo.
Vorrei segnalarvi anche che nella reazione sui social, potete vedere il mio Instagram, c’è stata una valanga di commenti che mi hanno imbarazzata per i giudizi fortemente negativi sulla reazione e l’interpretazione delle mie parole in diretta.
Certo, se i fatti fossero accaduti a Jesi, non avrei potuto fare la battuta col Verdicchio! Ma questo era, solo un banale gioco di
parole che attesta fra l’altro la mia conoscenza del vostro pregiato prodotto, il Primitivo di Manduria.
Ma forse in questi tempi di politically correct, si è perso il senso della misura, cioè non sappiamo più misurare la minima ironia
insita a volte nelle parole.
Mi avrebbe fatto piacere un invito a Manduria, quasi l’avevo sperato, ripeto che sono innamorata della vostra terra, forse la mia ‘Amara terra mia’ parla anche di voi… Ma l’invito lo immaginavo con altri toni, magari con benevolenza e non con un paternalistico “non vogliamo delle scuse” che ne implicano la necessità.
Per l’educazione che ho ricevuto, mi scuso comunque con chi ha travisato il mio ‘jeu de mots’ ed ha provato quella ‘amarezza’ che denunciate. Ma la provo anch’io, speravo di aver meritato in tanti anni più fiducia nella mia onestà intellettuale e non solo.
Poi c’è l’ironia, che spezia spesso le mie parole e a cui non voglio rinunciare, soprattutto in questi tempi pesanti...
Vi auguro che il 2022 porti salute e prosperità a tutti voi, al Salento, alla Puglia, all’Italia, e che la situazione ci permetta un incontro non a Teano ma in piazza Garibaldi… e magari festeggeremo con un brindisi Primitivo!
I miei più cordiali saluti».
Enrica Bonaccorti