La fase della dimissione rappresenta un momento cruciale nel percorso terapeutico del paziente; il passaggio, si spera, verso un cammino di “normalità” dopo la “guarigione
Procede con ottimi risultati il progetto sperimentale di “Dimissioni protette” avviato dalla CRAP (Comunità Riabilitativa Assistenziale Psichiatrica) di Sava, gestito dalla cooperativa Seriana 2000 e coordinato da Grazia Monaco, in collaborazione e grazie al supporto del Centro di Salute Mentale di Manduria, diretto da Nunzio Bucci e seguito da Giuseppina Muscolino, e
del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL Taranto, diretto da Maria Nacci.
La CRAP è una struttura residenziale terapeutica ideata per pazienti acuti e subacuti; offre un’assistenza sociosanitaria per 24 ore giornaliere.
L’accesso e la dimissione del paziente avvengono in base ad un programma riabilitativo personalizzato, concordato tra il CSM di riferimento, la CRAP, il paziente e gli eventuali riferimenti di questo. Alla conclusione del percorso riabilitativo, della durata massima di 18 mesi, l’utente esce dalla comunità per tornare a vivere in famiglia nel caso ne abbia una; in assenza, è affidato a una casa-famiglia o una casa per la vita. Ulteriore opzione può essere il rinnovo della collocazione in CRAP per altri mesi, rinnovabili, con il rischio di istituzionalizzazione, come avveniva, nel passato, per i manicomi.
La fase della dimissione rappresenta perciò un momento cruciale nel percorso terapeutico del paziente; il passaggio, si spera, verso un cammino di “normalità” dopo la “guarigione”.
La “Seriana 2000” sta realizzando una dimissione protetta per pazienti che completano il percorso riabilitativo all’interno della CRAP.
L’idea di dimissione protetta non è una novità in ambito sanitario. Definita come la dimissione da un reparto di degenza di un paziente con problemi sanitari per i quali è necessario realizzare una serie di interventi terapeutici ed assistenziali al fine di garantire la continuità assistenziale. Assume una specificità in ambito psichiatrico per le implicazioni non solo terapeutiche ma, soprattutto, di riabilitazione sociale che esso prevede. Tali dimissioni devono perciò tener conto, nell’ambito di un programma terapeutico individualizzato, di una serie di prestazioni mediche, specialistiche, diagnostiche e terapeutiche rivolte al paziente e, eventualmente, alla sua famiglia.
L’intento della “Seriana 2000” è di fungere da anello di congiunzione tra l’utente e il Servizio di Salute Mentale, al fine di contrastare probabili ricadute e/o l’isolamento sociale. Sono stati per questo previsti “operatori di confine”, in grado di operare come interfaccia tra il sistema dei servizi istituzionali/formali e l’area delle reti informali della realtà sociale ove risiede il paziente.
L’esecuzione di tale idea progettuale è concepita come un continuum rispetto al lavoro svolto nella CRAP in un’ottica di consolidamento e potenziamento, dopo le dimissioni, dei traguardi raggiunti durante la permanenza in CRAP.
Tale progetto si realizza attraverso un percorso che si concretizza in diverse fasi:
• Valutazione delle condizioni del paziente, determinandone l’esatto grado di autonomia raggiunto, oltre che il grado di consapevolezza e l’approccio complessivo della malattia;
• Partecipazione dei vari attori sociali al progetto capaci di determinarne il successo: famiglia, terzo settore, medico di medicina generale, servizi sociali del comune di riferimento;
• Studio del contesto sociale di riferimento: colloquio con i parenti, analisi delle condizioni abitative e reddituali del soggetto e della famiglia che, eventualmente, dovrà accoglierlo;
• Elaborazione di un progetto di dimissioni protette anche in considerazione delle risorse sanitarie e sociali del territorio.
Tenuto conto delle linee guida appena enunciate, nel caso specifico dell’ospite Franco (nome di fantasia) si è provveduto concretamente a realizzare le seguenti attività:
• Analisi preliminare per la valutazione dei risultati raggiunti dal paziente. Tale analisi si è misurata attraverso diversi parametri:
-Livello di autonomia complessivo;
-Abilità sociali ottenute;
-Grado di soddisfazione della propria situazione;
-Qualità dei rapporti familiari e sociali nel contesto di riferimento;
• A seguito della valutazione della autonomia, definita soddisfacente, si è pensato di rafforzarla ulteriormente attraverso l’affiancamento del paziente a un amministratore di sostegno. Si è provveduto perciò a richiedere e successivamente ottenere da parte del giudice tutelare la sua nomina. Nel corso del tempo, durante la permanenza in CRAP, il paziente ha instaurato un proficuo rapporto di collaborazione basato sulla fiducia;
• Il paziente è diventato socio già da diversi mesi dell’associazione di volontariato “A.D.I.” (Associazioni Disabili Insieme), del comune di Sava. L’adesione a tale sodalizio e la preziosa collaborazione con la Presidente Cinzia Cavallo, lo ha impegnato in attività sociali a scopo filantropico.
Gli ha consentito, altresì, di instaurare relazioni personali con vari soci della associazione;
• Si è provveduto alla individuazione di una idonea soluzione abitativa. L’ospite, già proprietario di un appartamento sito nel comune di Manduria, città che ha ormai abbandonato da anni, ha pensato di vendere l’immobile per acquistare una nuova abitazione nel territorio di Sava, comune in cui vive da tempo e nel cui tessuto sociale risulta già inserito. L’operatrice di riferimento, ma più in generale tutta la struttura, lo ha affiancato nelle procedure immobiliari succitate. Si è poi provveduto all’adeguamento dell’immobile alle esigenze abitative del paziente. Si è, in ultimo, provveduto al supporto per all’arredamento ed all’attivazione delle relative utenze per la fornitura dei servizi elettrici, di acqua e di gas;
• Si è elaborato, insieme al CSM di riferimento, un progetto terapeutico riabilitativo individuale che prevede, tra l’altro, l’inserimento del paziente, al termine del progetto di dimissione protetta, in un Centro Diurno, per consentire al paziente di rimanere all’interno del circuito psichiatrico. Al fine di favorire il mantenimento e il potenziamento dei livelli già raggiunti, il pz continuerà a frequentare i laboratori della CRAP in cui è inserito, in particolare i laboratori Teatrale, di Cucina ed Economia
Domestica. Saranno, inoltre, sempre in collaborazione tra l’Equipe e il Centro di Salute mentale, attivati interventi domiciliari di psicoeducazione, finalizzati al potenziamento dell’autonomia personale domestica e/o abitativa attraverso l’affiancamento di un operatore per il monitoraggio della cura del sé e degli spazi abitativi, della gestione delle risorse economiche, delle cure sanitarie.
La dimissione protetta rappresenta un livello di offerta che mette il paziente al centro, con l’obiettivo di ridurre le possibili ricadute e realizzando una maggiore soddisfazione dei pazienti e delle famiglie.
L’equipe CRAP SAVA SERIANA 2000