«Dovremo assumerci tutti quanti insieme, e lo spero vivamente, la responsabilità e il coraggio di cambiare e di sostenere anche schemi inediti, non necessariamente più difficili ma sicuramente più stimolanti»
Salvatore Toma, il leader del gruppo Toma Italian Brands (opera da anni nel settore della moda) è il nuovo presidente di Confindustria Taranto. Ieri il rinnovo degli organi direttivi di Confindustria.
Il direttivo sarà composto da Anda Furfaro, Lella Miccoli, Lucia Minutello, Fabio De Bartolomeo, Vincenzo Picardi, Valentino Pulpo, Marcello Tarantino.
«Il segreto del cambiamento consiste nel concentrare la propria energia per creare qualcosa di nuovo e non per combattere contro il vecchio» le parole del nuovo presidente.
Dovremo assumerci tutti quanti insieme, e lo spero vivamente, la responsabilità e il coraggio di cambiare e di sostenere anche schemi inediti, non necessariamente più difficili ma sicuramente più stimolanti.
La nostra Confindustria deve, alla luce di quanto affermato fino ad ora, riconquistare autorevolezza sullo scenario nazionale e partecipare proattivamente ai tavoli istituzionali locali, regionali e nazionali creando dialoghi di qualità con le istituzioni.
Il modo migliore per farlo, a mio avviso, è servirsi di progetti e programmi duraturi, scevri da condizionamenti e volti esclusivamente allo sviluppo di pratiche virtuose per il territorio..... Agire mossi dal buon senso, abbandonando la pratica del procrastinare in eterno soluzioni efficaci, è l’unica strada perseguibile. Cambiare è certo difficile, ma non cambiare per il nostro territorio è fatale.
Non accetterò le logiche del “contro” e le dietrologie, attraverso le quali ogni crescita è condizionata da un eterno freno a mano....
L’associazione deve diventare il luogo dell’elaborazione: di idee, di proposte, di confronto...
Oltre alla “squadra” che mi affiancherà nel mandato con le relative deleghe, chiederò un impegno inedito e un approccio diverso ai presidenti delle sezioni e delle delegazioni, affinché diventino promotori e portavoce di proposte e suggerimenti, traducendo al meglio ogni istanza che arriverà dalla base associativa.
La nostra Confindustria deve, alla luce di quanto affermato fino ad ora, riconquistare autorevolezza sullo scenario nazionale e partecipare proattivamente ai tavoli istituzionali locali, regionali e nazionali creando dialoghi di qualità con le istituzioni.
Il modo migliore per farlo, a mio avviso, è servirsi di progetti e programmi duraturi, scevri da condizionamenti e volti esclusivamente allo sviluppo di pratiche virtuose per il territorio...
Agire mossi dal buon senso, abbandonando la pratica del procrastinare in eterno soluzioni efficaci, è l’unica strada perseguibile. Cambiare è certo difficile, ma non cambiare per il nostro territorio è fatale».