domenica 24 novembre 2024


30/03/2022 08:35:08 - Manduria - Attualità

«Sono previste turbine alte 115 metri e con diametro di 170 metri: porterebbero modifiche sostanziali del paesaggio, con inevitabili ripercussioni negative sull'ecosistema e la fauna, sulla cultura e la bellezza del territorio stesso»

All’indomani della seduta di lunedì del Consiglio comunale, nel corso della quale il consesso ha espresso un parere negativo al progetto finalizzato a realizzare un parco eolico nel territorio di Manduria e di altri centri limitrofi, il consigliere comunale Agostino Capogrosso (GEA) approfondisce l’argomento.

«Siamo consapevoli tutti di essere in uno stato di emergenza energetica e della necessità di affrancarci dalla dipendenza estera per gli approvvigionamenti energetici, per non essere schiavi di nessuno, concentrandosi sulle fonti che abbiamo in abbondanza, che non inquinano, non si esauriscono e che possiamo mettere in campo da subito, come la fonte eolica o fotovoltaica» è la premessa del consigliere comunale Agostino Capogrosso. «E’ giusto quindi che le energie rinnovabili in generale si affermino sempre più come energia del futuro, a disposizione di tutti, pulita ed economica. Tuttavia, è fondamentale che gli interventi siano sostenibili, rispettosi di tutte le matrici ambientali coinvolte e del paesaggio e la loro collocazione non sfregi o deturpi il territorio con impatti negativi a danno di tutti e vantaggi solo per il privato proponente.

Nel Consiglio comunale di lunedì scorso è stata sottoposta all’attenzione del consesso la proposta presentata da una società privata, finalizzata alla realizzazione di un parco eolico costituito da 22 aerogeneratori da 6 MW, di cui 10 da installare nel territorio del comune di Manduria e gli altri nei comuni di Erchie, Sava, Maruggio e Torricella. Stiamo parlando di turbine alte 115 metri e con diametro di 170 metri! Teniamo presente che le criticità che gli impianti eolici generano sul paesaggio sono in principal modo legate proprio alle dimensioni delle macchine, alla loro localizzazione e disposizione, alla “confusione” e al disturbo percettivo che ne può derivare sulla fauna.

Gli aerogeneratori in questione verrebbero dislocati in un quadrilatero di superficie di circa 2.400 ha, caratterizzato dalla presenza di uliveti secolari, vigneti, vecchie masserie come Bagnolo, Giustiniani, La Spina, Marroco, ecc, in zona caratterizzata dalla presenza di macchia mediterranea in area Monte Bagnolo. Uno degli aerogeneratori inoltre, è previsto a pochi metri dalla grotta “Lucerna”, in una zona ad alta probabilità di inondazione, come indicato nel Piano di Assetto Idrogeologico.

Il cavidotto diretto verso la stazione elettrica sita nel comune di Erchie (dove è previsto lo storage da 50 MW), in corrispondenza della contrada Castelli, attraversa una zona di interesse archeologico, e il Piano Paesaggistico Regionale (PPTR) vieta la realizzazione di elettrodotti interrati.

Inoltre, il sito del parco eolico rientra nell’area di produzione di DOP – OLII di Terra d’Otranto e vini DOC Primitivo di Manduria. Ebbene, il Regolamento Regionale n. 24 del 30.12.2010 definisce tali aree non idonee all’installazione di specifiche tipologie di impianti alimentati da fonti rinnovabili.

Queste sono solo alcune delle ragioni per le quali, sul progetto specifico, abbiamo espresso parere non favorevole, prima in Commissione Ecologia da me presieduta, dove è stato predisposto un documento inviato al Ministero della Transizione Ecologica e alla Regione Puglia, e poi votato all’unanimità nell’ultimo Consiglio comunale.

Occorre tutelare e far valere i diritti e gli interessi della comunità e del territorio di Manduria che può vantare la presenza di produzioni agricole di eccellenza e di importanti siti archeologici e aree naturali protette di rilevanza nazionale. La realizzazione di un parco eolico di questa portata porterebbe modifiche sostanziali del paesaggio, con inevitabili ripercussioni negative sull'ecosistema e la fauna, sulla cultura e la bellezza del territorio stesso per l’impatto visivo che inevitabilmente, si ripercuoterebbe sul patrimonio culturale, archeologico e turistico.

Quindi, no all’eolico selvaggio! Ben venga l'eolico lungo i viali di accesso alle zone produttive, nelle aree di pertinenza dei lotti industriali, in prossimità dei bacini estrattivi, del mini eolico sulle coperture degli edifici industriali, verso politiche dell’autoconsumo, ben vengano gli impianti off-shore, come quello in corso di realizzazione nel mar grande di Taranto, etc.

Per i progetti più importanti e impattanti è opportuno di volta in volta cercare il giusto equilibrio con il territorio stesso, valutando con esso e con le comunità coinvolte anche forme di compensazione e riequilibrio ambientale».











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