La struttura sta per essere ceduta dal Comune alla Asl di Taranto. Ecco la lettera
«Ѐ stato riportato dagli organi di stampa che sarebbe imminente un accordo tra Comune e ASL di Taranto, riguardante la cessione del plesso dell’ex asilo “Filippo Bianchetti” per finalità socio-sanitarie, operazione di per sé condivisibile.
L’Archeoclub di Manduria, mosso dal consueto spirito costruttivo, con la presente intende sottolineare la particolare rilevanza storica, architettonica e archeologica che l’edifico concentra in sé e che richiede una adeguata considerazione, qualora, per la nuova destinazione d’uso, siano indispensabili lavori di ristrutturazione, dato che l’immobile e, soprattutto, le aree di pertinenza sono da tempo in uno stato di totale abbandono e in parte di fatiscenza.
L’auspicio è, in realtà, più ampio e complessivo. Ci si augura infatti che, a prescindere dal suo utilizzo pratico, si colga l’occasione per strappare il complesso “F. Bianchetti” al suo abbandono e che ne venga valorizzata la plurivalenza culturale, in modo da essere restituito, almeno in parte, alla pubblica fruizione.
È difatti noto come il plesso di per sé custodisca memoria storica dell’importante istituzione (sin dal 1881) di un asilo infantile comunale, sorto presso un’ala dell’ex convento dei Domenicani, che fino al secolo scorso è stato luogo di intensa formazione prescolare, per cui continua ad essere assai caro alla memoria di tanti concittadini.
L’area ricade altresì all’interno del circuito murario messapico esterno, entro un comprensorio archeologico ricco di rinvenimenti, il più importante dei quali è rappresentato da un settore di necropoli messapica monumentale, rinvenuto nel 1999 presso il Pronto Soccorso del vicino ospedale “M. Giannuzzi”.
Tra il 1996 e 1998, in occasione di lavori di ristrutturazione, la Soprintendenza Archeologica di Taranto ha condotto indagini stratigrafiche che hanno portato ad importanti scoperte. Immediatamente al di sotto dei livelli pavimentali sono stati rinvenuti reperti di età medievale e post-medievale. Successivamente, sono venute alla luce significative tracce di una frequentazione risalente alla Età del Ferro (tra cui una deposizione infantile e della ceramica geometrico-iapigia, di pieno VIII sec. a. C.)e sul banco di roccia, basi di fondazione, fronti di cava (in parte pertinenti alla costruzione dell’attiguo convento) di età ellenistica e ben sette cisterne ipogee a campana di epoca messapica e medievale.
Oltre al ricco palinsesto di testimonianze archeologiche, molti reperti ceramici di età medievale confermano una delle valenze meno note della lunga storia cittadina.
Difatti, il recupero di numerosi frammenti di una peculiare ceramica graffita policroma, designata dagli esperti del “Tipo Manduria”, assieme al rinvenimento di scarti di lavorazione e distanziatori da fornaci, rivela la presenza di un vero e proprio distretto cittadino infra moenia destinato alla produzione ceramica, attivo dal XIV fino alla metà del XVIII secolo. Tesi comprovata sia dai rinvenimenti archeologici registrati negli ultimi decenni presso l’Istituto “Belisario Arnò”, il Palazzo Pasanisi, la Chiesa di San Benedetto in Via XX Settembre ed infine nell’area dell’ex Asilo Bianchetti, sia da riscontri storico-archivistici che confermano la presenza a Manduria di una dinamica attività di botteghe di “figuli” munite di fornaci (“cameni”).
Ipotizzando la creazione di un altro dei tanti possibili itinerari attraverso cui raccontare la nostra storia cittadina, l’edificio “F. Bianchetti” andrebbe inserito entro un articolato percorso tematico, ove coesistano tracce che vanno dall’età del Ferro fino a tutto il medioevo ed oltre (senza dimenticare il fatto che attorno ad esso gravitano le due preziose chiese sei-settecentesche del Rosario e di San Giuseppe), fino alle non meno importanti testimonianze della lunga tradizione mandurina, fatta di esperienze e dotti studi, nel campo della educazione scolastica.
Con il rinnovato auspicio che le autorità in indirizzo riservino la massima attenzione e cura al patrimonio storico di Manduria, compatibilmente con eventuali destinazioni di lodevole utilità sociale, l’Archeoclub assicura di esercitare un costruttivo controllo sulle sorti del plesso “F. Bianchetti” e rinnova la sua disponibilità a fornire il proprio contributo per perseguire il non meno rilevante fine di preservarne le testimonianze storico-archeologiche-architettoniche, che rappresentano una parte non marginale della identità stessa della nostra comunità e che costituiscono motivo di rilancio e arricchimento dell’offerta turistica cittadina».
Anna Maria D’Andria
Presidente della sede di Manduria
di Archeoclub d’Italia