Sarà visitabile sabato, domenica e lunedì a Mesagne
Anteprima della mostra fotografica internazionale “24 Scatti Bike: L’uomo e la Bicicletta” in occasione del Festival Biennale “Culturare” al Castello Normanno Svevo di Mesagne. In esposizione, dal 23 al 25 aprile nella sala ubicata al primo piano, le fotografie vincitrici dell’undicesima edizione del concorso fotografico dedicato al rapporto che lega l’uomo alla bicicletta. Il progetto, ideato dall’associazione culturale Aeneis 2000 con il patrocinio della Regione Puglia, quest’anno vanta anche la prestigiosa collaborazione della Biblioteca della Bicicletta “Lucos Cozza”. Media partner la rivista BC.
Questi i nomi dei fotografi: Antoaneta Obretenova (Bulgaria), Anurag Choudhury (India), Attilio Tripodi (Italia), Buzdugan Mihai Codrin (Romania), Dipak Ray (India), Enamul Kabir (India), Gerasimenko Alexey Alexandrovich (Bielorussia), Giovanni Moglia (Italia), Hezy Holzman (Israele), Ivan Tsupka (Ucraine), João Coutinho (Portogallo), Joe Flood (Usa), Josef Hinterleitner (Austria), Liza Zats (Russia), Marina Zharkova (Russia), Marko Radovanovic (Canada), Mikhail Shirokov (Russia), Morteza Heidarian (Iran), Riccardo Maffioli (Italia), Sandi Bertoncelj (Slovenia), Seyed Mohammad Tabrizi (Iran), Shridarshan Shukla (India), Syed Mahabubul Kader (Bangladesh), Trevor Clarke (Usa).
La foto cover è stata realizzata da Roberto Serra. «Per la prima volta, la menzione speciale del concorso fotografico è stata assegnata ex aequo all’ucraino Ivan Tsupka (Kiev) e alla russa Liza Zats (Samara). Due giovani artisti visuali, entrambi impegnati nel mondo della fotografia fashion & beauty», spiega Vincenzo De Leonardis, presidente dell’associazione Aeneis 2000 e curatore della mostra.
Durante i tre giorni saranno anche esposte alcune biciclette custom del progetto “LaToroti” realizzate dall’artigiano-designer Enzo Lecce.
«Da sempre la passione per il vintage delle due ruote mi ha interessato e mai abbandonato. Anzi negli ultimi anni è cresciuta a dismisura tanto da convertirla in realtà con il progetto “La toroti”» ci racconta Enzo Lecce.
Ho sempre pensato che la bici (macchina semplice e indistruttibile) racchiude in sé un senso pieno di libertà, avvertito nelle persone di ogni età, che ti consente di cogliere tutte le bellezze dei luoghi che incontri e attraversi sia pure con una semplice escursione. Amo e mi diverte recuperare vecchie bici e porre rimedio al torto fattole, specialmente quando si abbandonano in cantine, garage e soffitte, in attesa di discarica.
In loro riscopro dettagli che diventano input per la mia fantasia, dando libero sfogo alla mia creatività e al mio estro. Penso, studio e realizzo poi pezzi unici, esclusivi e attualissimi; a loro restituisco, da semplice ferro destinato alla rottamazione, non solo la strada, ma una seconda vita, con tutta l’ammirazione che meritano, essendo diventati esemplari singolari e irripetibili..
Ogni bici viene poi numerata e raccontata in un libretto (vera carta d’identità) anche lui unico perché scritto con una vecchia macchina Olivetti Lettera 32 e rilegato a mano.
Preferisco lavorare e cimentarmi con le bici di una volta perché “le nonne” hanno una maggiore personalità rispetto alle moderne, i cui modelli sono quasi tutti omologati. La vera scommessa o sfida è quella di realizzare un prodotto che il mercato comune non propone, per mancanza di idee e per politiche di mercato.
Per il logo ho scelto come un termine del mio dialetto “To Roti” (= due ruote), che veniva usato dai contadini per indicare la bici; anche i nomi dei vari modelli sono scelti con vocaboli dialettali e sono per lo più aggettivi qualificativi al femminile o apposizioni.
Per le tonalità e le associazioni dei colori (anche degli accessori), che restituiscono lucentezza e bellezza alle bici, mi ispiro alla natura che mi circonda: il giallo del sole, il blu del mare e il marrone della terra».
E’ possibile ammirare i lavori di Enzo Lecce al seguente indirizzo di posta elettronica: www.latorotibici.com