Il ristoratore manduriano, rappresentante di Confcommercio: «Credete davvero che imponendo il coprifuoco alle attività la maleducazione di alcuni cittadini cessi?»
Sulla recente ordinanza emanata dal sindaco Gregorio Pecoraro, che impone restrizioni su bar, ristoranti e pub del centro storico, interviene Lorenzo Modeo, ristoratore manduriano e rappresentante di Confcommercio.
«Non condivido affatto il modo in cui è stato affrontato il problema, che è reale e annoso e che non può essere risolto e non si risolverà certamente con un’ordinanza che ha come conseguenza immediata e diretta solo la restrizione della libertà di impresa degli operatori della somministrazione» dichiara Lorenzo Modeo. «Questi ultimi non hanno né i mezzi né l’autorità per vigilare e contrastare comportamenti di alcuni cittadini (non necessariamente avventori delle attività di somministrazione) che generano problemi di ordine pubblico o salute pubblica ecc. Il compito di vigilare, contrastare e sanzionare è specifico degli organi di controllo (Manduria li ha tutti: polizia, carabinieri, GdF, vigili urbani). Non riesco proprio a capire come il sindaco e l’assessore al ramo abbiano potuto pensare di risolvere con questo tipo di provvedimento.
Una cosa è certa: questa ordinanza, così come è scritta, è un grave errore e va rivista immediatamente prima che arrechi ulteriori danni ad un comparto già molto provato.
Il fine non giustifica i mezzi».
Modeo si sofferma poi sulle responsabilità che si attribuiscono agli operatori del settori: quelle di vigilare sul comportamento di privati cittadini.
«Nell’ordinanza, oltre a richiamare diverse leggi già esistenti a livello nazionale che quindi sono già strumenti operativi utilizzabili da chi è preposto ai controlli (come ad esempio il divieto di vendita di alcolici ai minori), si attribuiscono responsabilità agli operatori relative a comportamenti dei privati cittadini che non sono necessariamente connesse con l'attività commerciale svolta né certamente con gli orari di apertura. È questo che non va bene.
Faccio una domanda: è concepibile che il gestore di un bar o di un ristorante, piuttosto che lavorare, si metta a vigilare se i clienti o i passanti o le persone che semplicemente sostano nelle adiacenze della propria attività urlino o bivacchino o urinino o vomitino o imbrattino il muro, ecc?
E che strumenti ha il gestore del bar o del ristorante per impedire che queste cose accadano? Perché la responsabilità di questi comportamenti sanzionabili a norma di legge devono ricadere sugli operatori della somministrazione? Credete davvero che imponendo il coprifuoco alle attività la maleducazione di alcuni cittadini cessi? Secondo me è proprio il contrario».
Lorenzo Modeo rimarca, al contrario, la positiva opera degli operatori del settore nella valorizzazione del centro della città.
«Se determinare aree del centro storico sono decorose e fruibili è proprio per merito di quegli operatori commerciali corretti che, invece di essere supportati nella difficile ripresa economica in cui tutti speriamo, vengono bastonati da un’ordinanza restrittiva e in gran parte insensata. È evidente che manca il controllo del territorio e mancano le sanzioni, ma io non ho nessuna intenzione di fare il guardiano della notte. Piuttosto cambio mestiere e poi ai miei 10 collaboratori (che corrispondono a 10 famiglie di gente che lavora onestamente e non va in giro a imbrattare e disturbare) qualcuno dovrà dare delle risposte. E quello non sarò io».
Infine la sua opinione sulla possibilità che fra operatori di categoria e amministratori si apra un confronto.
«Il confronto doveva esserci prima dell’ordinanza e non c’è stato. Per dialogare civilmente c’è sempre tempo. Le associazioni di categoria, almeno quella di cui mi onoro di fare parte, sono in attesa da un po’ di sedersi ad un annunciato tavolo e hanno sempre garantito la propria disponibilità e collaborazione a tutte le Amministrazioni. È stato perciò inopportuno emanare questo provvedimento restrittivo senza prima avviare un confronto e, a mio avviso, anche se motivata da buone intenzioni, l’ordinanza di cui discutiamo non solo non produrrà gli effetti desiderati (che invece si potevano ottenere subito attivando i controlli e sanzionando i trasgressori), ma come risultato causerà certamente un calo di lavoro a tutte le imprese del settore somministrazione che cercano di riprendersi dopo un periodo devastante. Sono fiducioso che il sindaco vorrà riconsiderare ciò che ha ordinato a tutela dei tanti operatori diligenti».