Ecco le ragioni contenute nella tesi difensiva dell’avv. Giuseppe Pio Capogrosso, che ha difeso il Comune di Manduria
Era caduto con la sua bici mentre percorreva una strada di Manduria: la ruota si sarebbe incastrata in un tombino e, dunque, l’uomo aveva riportato dei danni fisici dalla conseguente caduta sull’asfalto.
Nel primo grado di giudizio il Tribunale di Taranto accolse in parte la domanda del cittadino manduriano e condannò il Comune di Manduria al risarcimento dei danni, liquidati nella somma complessiva di 110.794,83 euro, oltre interessi e compensò le spese di giudizio.
Il Comune di Manduria, difeso dall’avv. Giuseppe Pio Capogrosso (nella foto), lette le motivazioni, decise di resistere in giudizio, impugnando la sentenza presso la Corte d’Appello di Lecce. In questo secondo grado di giudizio, la sezione di Taranto della Corte accolse l’appello incidentale e, in totale riforma della sentenza del Tribunale, rigettò la domanda del danneggiato, compensando integralmente tra le parti le spese dei due gradi di giudizio.
A questo punto, contro la sentenza della Corte d’Appello, il cittadino manduriano ha proposto un ricorso alla Corte di Cassazione. La sentenza di quest’ultimo grado di giudizio è stata pronunciata nei giorni scorsi. I giudici hanno ritenuto valide le motivazioni addotte dall’avv. Giuseppe Pio Capogrosso, che così possiamo riassumere:
a) il tombino nel quale andò ad infilarsi la ruota della bicicletta era perfettamente visibile, in quanto di colore nettamente diverso rispetto alle pietre che costituivano il piano stradale;
b) l’illuminazione pubblica era sufficiente, essendo avvenuta la caduta subito dopo il passaggio di una processione religiosa;
c) il danneggiato stava percorrendo la strada contromano, cioè sul lato sinistro.
Tali elementi inducevano a ritenere che la caduta fosse il frutto di una disattenzione del ciclista, tanto più evidente in considerazione della bassa velocità alla quale egli stava procedendo.
d) disattenzione di per sé sufficiente ad integrare gli estremi del caso fortuito, in quanto idonea ad interrompere il nesso di causalità tra la cosa in custodia e il danno.
Grazie alla tesi difensiva sostenuta dall’avv. Capogrosso, quindi, la Cassazione non solo ha escluso la responsabilità del Comune di Manduria, ma ha altresì condannato il ciclista al pagamento delle spese del giudizio (7mila euro).