venerdì 20 settembre 2024


01/06/2022 07:38:14 - Provincia di Taranto - Attualità

«Anche nella nostra provincia, sul piano della sicurezza si è scelto di attuare la politica dei tagli e della soppressione dei presidi di polizia, e tutto ciò è avvenuto e continua ad avvenire nel totale silenzio della politica locale e di alcune istituzioni»

Si è concluso il 9° congresso provinciale del Siulp (Sindacato Unitario Lavoratori Polizia), tenutosi presso la sala congressi dell’hotel Salina di Taranto, svolto alla presenza del dott. Massimo Gambino e del dott. Demetrio Martino, Questore e Prefetto della provincia jonica, del commissario straordinario al Comune di Taranto Prefetto Cardellicchio, del vicario della Questura di Taranto dott. De Tullio, dei dirigenti di P.S. e di altri illustri ospiti.

I contenuti posti all’attenzione della relazione congressuale hanno riscontrato l’apprezzamento delle personalità presenti, che non hanno esitato a ringraziare il Siulp riconoscendo l’impegno sindacale profuso ed esprimendo gratitudine agli uomini ed alle donne della Polizia di Stato che con dedizione e passione operano quotidianamente sul territorio.

Non è mancata la presenza di alcuni illustri sindacalisti nazionali della FNS Cisl e del segretario provinciale della Cisl di Taranto, Gianfranco Solazzo. Al tavolo di presidenza, Antonio Maria La Scala, avvocato e docente in materie penalistiche, mentre i lavori conclusivi sono stati affidati al segretario generale del Siulp Felice Romano.

La relazione di Antonio Digregorio, al suo terzo mandato, rieletto segretario generale provinciale del Siulp di Taranto, traccia indubbiamente un bilancio positivo dell’attività sindacale svolta in questi ultimi quattro anni, senza tuttavia tralasciare gli aspetti “critici” riguardanti la sicurezza della provincia tarantina.

Diversi sono stati i punti decisivi che la relazione ha approfondito nella sua sintesi chiara e ben delineata: potenziamento dell’organico, puntando su una formazione sempre più adeguata per il “poliziotto del domani” che dovrà possedere una sopraffina professionalità, alla luce del contrasto alla criminalità organizzata, dei nuovi reati informatici, del cyber bullismo e della cybercriminalità; silenzio assordante del “decisore politico” in ordine a diverse tematiche sulla sicurezza, vedasi la mancata legiferazione di provvedimenti che prevedano reati specifici e che tutelino ancor più le forze dell’ordine, «atteso che – afferma Digregorio – in questo paese, da parte degli antagonisti e dei “professionisti del disordine”, vi è ancora molto disprezzo per coloro che indossano una divisa. La statistica ci restituisce un dato impressionante: ogni 3 ore, un poliziotto, un carabiniere, un finanziere e della polizia locale subisce una impunita aggressione, senza contare quelle che subiscono ogni giorno coloro che svolgo un servizio di pubblica utilità come infermieri, dottori, professori, autisti e controllori di bus e treni, tassisti.

Deve essere chiara una cosa: “chi agisce con violenza e aggredisce il personale in divisa non solo attenta gli operatori della sicurezza e tutte le help ing professions che operano nel sistema statale, ma lo Stato stesso nella sua interezza, ecco che è assolutamente necessario adoperarsi affinché vi siano leggi esemplari che contemplino una certezza della pena e la espiazione effettiva in carcere: Questo deve poter infondere fiducia ai poliziotti ma anche alla comunità e alla stessa democrazia del paese».

In estrema sintesi, la relazione ha posto in evidenza il rischio di dimenticare la terza città del sud Italia, con circa 200 mila abitanti.

«Taranto rappresenta una “bomba ad orologeria”, da un passato (ma anche un presente) altamente criminale, in cui si acuiscono le tensioni sociali e dove non mancano vertenze dalla portata nazionale (ex Ilva), vertenze complesse che esigono il mantenimento di un ordine pubblico non semplice - osserva Digregorio - dove tra gli aspetti più critici vi è certamente la gestione dell’hotspot, in cui gli agenti operano in condizioni limite, sia per la sicurezza sia dal punto di vista igienico-sanitario e le nostre denunce sono ben note.

Al centro la risorsa umana: ecco che è importante investire sugli organici. Dai dati ministeriali ricavati è emerso che entro il 2030 andranno in pensione 40.000 poliziotti, i quali si andranno a sommare a dieci anni di blocco del turn over che ha impedito un ricambio generazionale. E le ricadute le riscontreremo anche a Taranto, anzi sono già in essere.

Il rischio concreto a cui si sta inesorabilmente andando incontro è una debacle della sicurezza urbana in termini di prevenzione, repressione dei reati ed investigazione oltre al fatto che gli aspetti critici, minano la tenuta sociale e lo sviluppo di un territorio. La Questura di Taranto ma in generale le nostre Specialità di Polizia, sono alle prese con un considerevole svuotamento degli uffici e i carichi di lavoro sono ormai insostenibili, rispetto, poi, ad una età anagrafica elevata che vede gli uomini in divisa di questa provincia, essere sempre di più impegnati nel mantenimento dell’ordine pubblico. Come se vi fosse solo questo settore o vi fosse solo questa emergenza da coprire!

Anche nel nostro territorio jonico», sottolinea Digregorio, «sul piano della sicurezza si è scelto di attuare la politica dei tagli e della soppressione dei presidi di polizia, e tutto ciò è avvenuto e continua ad avvenire nel totale silenzio della politica locale e di alcune istituzioni, vedasi la Polizia di Frontiera. Ancor più grave la situazione che si sta verificando nelle specialità, come la Polizia Stradale, Distaccamento di Manduria compreso. Una lenta agonia che rischia di peggiorare la situazione di per sé gravissima, atteso che la storica specialità, ora come ora, in termini di efficienza e praticabilità, non riesce più a fornire nella quota minima i servizi essenziali per la comunità locale a parte poi che il personale opera in maniera disorganizzata. Un grave deficit, al quale il nostro Ministero non intende assolutamente porre rimedio. Il personale è allo stremo e il rischio che vi siano persino contrazioni sulla propria salute e nell’ambito degli istituti contrattuali e di diritto (riposi, congedi, permessi)».

Una parentesi a parte – nella relazione del rieletto segretario del Siulp – è stata dedicata al XV Reparto Mobile di Taranto. Impieghi oltre il consentito e oltre limite ed orari di lavoro massacranti, mettono a serio rischio il recupero psico fisico del personale e la salute stessa. E’ ora di dire basta a questa pericolosissima situazione.

«Non è accettabile», conclude Digregorio, «l’indifferenza di chi dovrebbe costituzionalmente provvedere ed al contrario si rende spettatore passivo. Questo è per noi un atto di “irresponsabilità” oltre che di “irriconoscenza” per chi opera per il bene e per la difesa del nostro Stato».

 











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