«I dottori Caragli e Angelini mi hanno salvato la vita: è giusto elogiare, esaltare e ringraziare i medici»
Svolgono il loro lavoro in silenzio, molte volte sottolineiamo i lati negativi, le brutte esperienze, ignorando il loro enorme contributo per salvarci e curarci.
«Oggi voglio raccontarvi la mia diretta esperienza, oggi vi racconto la buona sanità» afferma Luigi Scialpi. «Recentemente mi sono recato al Pronto Soccorso di Manduria con grande difficoltà respiratorie, forte affanno e frequenti tremori. Sono stato accolto con immediatezza dal dottor Anselmo Caragli, medico del Pronto Soccorso, il quale, dopo aver effettuato gli esami di routine, ha insistito per una visita cardiologica. Si era accorto che, nonostante dagli esami non trasparisse nulla, qualcosa non andava».
E’ stato così chiamato il cardiologo Alessio Angelini per una visita più approfondita. Nell’arco di poche ore sono stati in grado di effettuare tutti gli esami clinici necessari per poi alla fine arrivare a sospettare qualcosa: una malattia rara! «Chi l’avrebbe mai detto: alla mia età ricevere una diagnosi cosi importante. I dottori mi hanno rasserenato, mi hanno confortato, e tra una parola e l’altra, il dottor Angelini mi ha confidato che era la sua prima consulenza/visita al pronto soccorso»prosegue Luigi Scialpi. «È stato in quel momento che mi sono reso conto di quanto siano preparati, di come svolgano il loro lavoro con dedizione.
Mi hanno indirizzato in un centro specializzato in questa rara malattia e dopo qualche giorno mi è stata confermata la diagnosi. Il dottor Caragli e il dottor Angelini avevano ragione, mi hanno salvato la vita».
Luigi Scialpi ha voluto raccontare una sua intima esperienza per far risuonare e diffondere il suo messaggio. Ha poi concluso il suo racconto con queste parole
«Cari tutti, è giusto raccontare i casi di malasanità al fine di migliorare il sistema sanitario, ma è giusto anche elogiare, esaltare e ringraziare i medici del pronto soccorso per tutte le volte che ci hanno salvato la vita, le volte che ci hanno seguiti e guariti».
Chiara Dilorenzo