Intervenendo alla recente riunione unitaria delle tre organizzazioni sindacali dei pensionati di Bari, Dinoi ha auspicato la riqualificazione e il rafforzamento della sanità pugliese sul territorio
«Non intendiamo più tollerare lo scandaloso fenomeno delle liste d’attesa nel settore della Sanità».
E’ stato questo il cuore dell’intervento di Salvatore Dinoi, segretario organizzativo della Federazione Nazionale Pensionati CISL di Taranto e Brindisi, nella recente riunione unitaria delle tre organizzazioni sindacali dei pensionati, che si è svolta a Bari.
«Credo sia opportuno sottolineare un dato politico, legato all’iniziativa unitaria, e cioè che, ancora una volta, le categorie dei pensionati scendono in campo, vanno oltre le analisi e premono affinché una delle questioni più insostenibili, legate alla inadeguatezza del sistema sanitario e socio-sanitario pugliese, come appunto sono le liste d’attesa, venga definitivamente risolta a beneficio di tutti i cittadini ed in particolare delle donne e degli uomini che noi rappresentiamo» la premessa di Salvatore Dinoi.
«Partendo da questa premessa, la questione che ci poniamo è come riportare a normalità e soprattutto a ciò che realmente è necessario fare, l’insieme dell’offerta sanitaria e sociosanitaria ospedaliera e territoriale - di cui le liste d’attesa sono parte - continuando ad essere protagonisti e promotori della concertazione tanto con le ASL, quanto con gli Ambiti Sociali Territoriali ed i singoli Comuni dei nostri territori, elevando il tono della contrattazione sociale, riavviando un percorso di ricostruzione e di rilancio del Sistema Salute».
Salvatore Dinoi formula alcune proposte.
«Auspico il rilancio della nostra capacità sindacale di confronto nelle cabine di regia con le ASL.
Necessario, al riguardo, puntare alla comune volontà di tutti di sviluppare, insieme con le Confederazioni, confronti costruttivi con le controparti, che comportino miglioramenti tangibili nella tutela della salute.
In particolare, per gli interventi previsti dal PNRR per quanto ci riguarda (come territorio Taranto Brindisi) abbiamo proposto alle rispettive ASL la stipula di un protocollo d’intesa che, sulla falsariga di quello nazionale e regionale pugliese, insedi un apposito tavolo di confronto.
Il tavolo di confronto e di concertazione con le ASL potrà consentirci di seguire passo dopo passo l’implementazione di quanto nella Missione 6 del PNRR è previsto, appunto, per la qualificazione ed il rafforzamento della nostra sanità sul territorio.
Noi crediamo che questa sia una battaglia che dal livello nazionale fino ai territori deve vederci tutti impegnati fino in fondo.
Nell’incontro di metà maggio scorso al tavolo nazionale di partenariato del PNRR, il Ministro della Salute Speranza informò dello stato di attuazione delle misure previste nella Missione 6 “Salute”, riferendo la decisione del Consiglio dei Ministri di autorizzare l’adozione del Decreto sui “Modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel SSN” anche in assenza dell’intesa della Conferenza Stato/Regioni.
Il Decreto, passato all’esame del Consiglio di Stato, è stato adottato, pena la perdita dei finanziamenti, entro il 30 giugno, dopo aver avuto ampia condivisione da parte delle Regioni».
L’altro nodo cruciale è quello delle assunzioni.
«Come sindacato abbiamo chiesto con forza la certezza dei finanziamenti rispetto alle assunzioni necessarie, dal momento che le risorse previste nel PNRR non sono strutturali.
Insomma, dopo il 2027 potremmo trovarci a gestire un ulteriore precariato che andrà ad aggiungersi a quello, già corposo, oggi esistente nella Sanità.
Anche per quanto riguarda le borse di studio - tema sul quale si sono fatti importanti passi in avanti essendo passati dalle iniziali 4mila alle attuali 12mila - il sindacato ha ribadito che alla luce dei futuri pensionamenti, questi numeri non saranno sufficienti a coprire le necessità».
Ricapitolando, quindi, tre sono per Salvatore Dinoi, gli interventi prioritari necessari per riqualificare la sanità pugliese: la sospensione della intramoenia utilizzando quei medici per le liste di attesa; l’acquisto da parte della Regione delle prestazioni dai privati; le borse di studio (si vocifera che potrebbero essere circa 30 mila).
«Concludo con la più ovvia delle considerazioni politiche, senza tema di essere smentito: oggi continuiamo a pagare le conseguenze negative delle scelte di politica sanitaria – tra riorganizzazione dei servizi ospedalieri e rientro finanziario – di una amministrazione regionale che, sullo specifico, noi abbiamo dal primo momento avversato.
Non ci meraviglia, perciò, la doppia bocciatura per la Sanità pugliese venuta dal ministero, che ritiene la «produttività degli ospedali piuttosto bassa» e dalla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, secondo la quale le prestazioni assistenziali e sanitarie pugliesi hanno subito un arretramento causato non solo dalla pandemia.
Al presidente Emiliano, all’assessore Palese andrebbe ricordato che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), è uno dei primi al mondo per qualità e sicurezza, istituito con la legge n. 833 del 1978, basato su tre principi fondamentali: universalità, uguaglianza ed equità, con il perseguimento di questi principi che richiede un rafforzamento della sua capacità di operare come un sistema vicino alla comunità, progettato per le persone e con le persone.
Ebbene, lo scandaloso fenomeno delle liste di attesa, ci dimostra quell’esatto contrario che noi non intendiamo più tollerare, in difesa delle persone più deboli e fragili».