Lo riferisce l’assessore regionale Losappio
Dopo avere valutato i risultati di accertamenti compiuti il 29 ottobre scorso dall’Arpa Puglia sull'inquinamento da diossine nello stabilimento Ilva di Taranto, il 9 gennaio il ministero dell’Ambiente ha chiesto all’azienda di delimitare meglio l’area inquinata in estensione e profondità e di «attivare misure di messa in sicurezza mediante rimozione della fonte inquinante».
Lo rende noto l'assessore regionale all’ecologia, Michele Losappio, secondo cui tale richiesta «smentisce di fatto le dichiarazioni Ilva secondo cui vi sarebbero concentrazioni simili a quelle riscontrabili in qualsiasi area urbana, se non addirittura inferiori, e tali da non giustificare l’applicazione di misure restrittive».
Nella nota, riferisce Losappio, il ministero chiede all’Ilva di «comunicare le misure di prevenzione e protezione adottate» e «di integrare la caratterizzazione dei terreni per delimitare l'estensione dell’area contaminata e la sua profondità, e di attivare misure di messa in sicurezza mediante rimozione della fonte inquinante».
Losappio rileva, infine, che gli accertamenti compiuti dall’Arpa nello stabilimento hanno «accertato il superamento dei valori limite di Csc per il parametro Cdc/Pcdf» e auspica «che Ilva si assuma le sue responsabilità ed ottemperi a quanto indica la legge ed il buon senso».