Un comunicato USB: «Gli autotrasportatori disponibili a garantire il rifornimento, ma non sono arrivate risposte». Lo scioperò andrà avanti sino a mercoledì
Il presidio permanente organizzato dall’Unione Sindacale di Base, di fronte al varco 2 della raffineria Eni di Taranto, prosegue e andrà avanti fino a mercoledì 7 settembre, giorno in cui è previsto il confronto in Prefettura tra l’Eni, la società G&A e l’organizzazione sindacale. Circa 80 i camion parcheggiati lungo la strada consortile che collega le statali 100 e 106 jonica. Sono fermi dalle prime ore di giovedì 1 settembre, nonostante gli autotrasportatori abbiano sottolineato la propria disponibilità a coprire il servizio gratuitamente e con i propri mezzi, per evitare di far ricadere gli effetti negativi della protesta sulla cittadinanza. Si registra che in molte realtà della provincia di Taranto, ma anche nel capoluogo, non è più possibile fare rifornimento.
Franco Rizzo, coordinatore provinciale Usb Taranto
«Proprio per evitare quello che sta accadendo, la categoria si era messa a disposizione per garantire il carburante negli impianti di distribuzione del territorio» Franco Rizzo, coordinatore provinciale Usb Taranto. «Di fronte all’assenza di risposta, sembra chiaro che questo atteggiamento miri ad alimentare frizioni e a mettere la cittadinanza contro i protagonisti della manifestazione. La strategia è quella che punta a dividere e a comandare. L’auspicio è che, nell’incontro di mercoledì, a prevalere sia il buonsenso ed il rispetto per i lavoratori di una terra, che ha accettato troppe volte un compromesso pesante. Questa vicenda dimostra che oggi, a fronte dei veleni che provengono dalla raffineria, non è contemplato neanche minimamente un riscontro dal punto di vista occupazionale. Oltre il danno, la beffa. Non possiamo accettarlo assolutamente, come non possiamo accettare che strategie sindacabili si pongano l’obiettivo di creare disagi e quindi disordini sociali».
La protesta quindi prosegue comunque e registra la solidarietà di Casartigiani.