mercoledì 25 settembre 2024


03/05/2010 15:50:14 - Provincia di Taranto - Attualità

Legambiente Puglia: “Non fermiamo le energie pulite. Sviluppare il fotovoltaico sui tetti e nelle aree dismesse, fissare finalmente regole per l’eolico che aiutino il corretto insediamento nel paesaggio”

 
 
Le energie rinnovabili sono una grande opportunità per la Puglia e per un modello energetico pulito, moderno e democratico. Rappresentano la vera alternativa al nucleare e alle fonti fossili, ma senza una regolamentazione e un freno agli abusi, tutti questi impianti rischiano di impattare il paesaggio.
“La responsabilità principale di questa situazione è del Governo che non ha ancora approvato le Linee Guida per l’approvazione degli impianti, lasciando Regioni e Comuni in un quadro di incertezza legislativa. Tanto che la Corte costituzionale ha dichiarato illegittime tutte le regole approvate in questi anni proprio a causa dell'assenza della cornice nazionale. Chiediamo pertanto la convocazione della conferenza Stato-Regioni per stabilire al più presto delle linee guida per gli impianti, soprattutto per quelli off-shore e garantire così la corretta gestione e la tutela del territorio contro autorizzazioni illegittime. - dichiara Francesco Tarantini, Presidente di Legambiente Puglia - Non dobbiamo perdere di vista i nostri obiettivi, ovvero tenere assieme la tutela del paesaggio pugliese con lo sviluppo dell’eolico, ben sapendo che oggi vi sono molti ambiti in cui l’eolico non è ancora diffuso e invece territori in cui l’inserimento di nuovi impianti si deve integrare dentro situazioni già interessate da numerosi progetti.”
Il problema che si sta verificando nella diffusione degli impianti eolici nel territorio pugliese riguarda il paesaggio e la percezione di area vasta di zone interessate da diversi progetti. Inoltre sono proprio le scelte di alcuni Comuni a creare maggiori problemi con progetti sovradimensionati e pensati esclusivamente per ragioni economiche che stanno determinando forti polemiche locali per “l’effetto selva” che si determina e per disposizioni che interessano i crinali più visibili. Per evitare progetti che porterebbero solo vantaggi privati, impianti che non rispettano la distanza tra una pala e l'altra e le lamentele da parte dei Comuni facenti parte di aree protette che vorrebbero trarre benefici dall'installazione di pale eoliche, occorre necessariamente una regolamentazione. Già nel 2006 Legambiente, con Anev e Aper, contestò lo strumento del PRIE (Piano Regolatore per installazione di Impianti Eolici) adottato dalla Puglia, in quanto inutile nel governare un processo che riguarda la tutela del paesaggio di area vasta se mancano un coordinamento dei Comuni limitrofi e un controllo mirato dall'alto.
Oggi anche il fotovoltaico rappresenta in Puglia un investimento sicuro, ma gran parte dei progetti è fatto di grandi impianti a terra con il rischio che molti agricoltori smettano di coltivare la terra per “coltivare pannelli”, assicurandosi in questo modo il canone d'affitto del campo messo a disposizione delle aziende e sottratto alle colture. Il rischio è evidente per il territorio e il paesaggio, pertanto Legambiente, pur dando atto alla Regione Puglia del notevole impegno profuso nel corso degli ultimi anni al fine di regolamentare il campo energetico e semplificare i procedimenti autorizzativi degli impianti, ritiene necessario che la Regione definisca strumenti capaci di realizzare gli impianti fotovoltaici nei luoghi più compatibili, realizzare una vasta diffusione di impianti su tutti i tetti degli edifici e limitare le attività speculative relativamente alle domande di connessione alla rete elettrica nazionale.“Accogliamo con favore la proposta del Presidente Vendola sull'utilizzo dei fondi per le Aree Vaste, riguardanti gli interventi di miglioramento della sostenibilità ambientale, da destinare al fotovoltaico sui tetti degli edifici pubblici e per l'efficientamento energetico. - incalza Tarantini - In particolare, la Regione dovrebbe promuovere progetti di grande scala su aree industriali dimesse, siti abbandonati, capannoni industriali da realizzare da parte di operatori privati che evitino il coinvolgimento di aree naturalistiche e agricole come invece gli incentivi consentono. Non dimentichiamo anche le politiche che incentivino l’integrazione del solare fotovoltaico nei nuovi interventi edilizi e nelle ristrutturazioni, attraverso il coinvolgimento degli operatori del settore energetico e edilizio, di architetti e impiantisti.”
 










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