martedì 26 novembre 2024


03/05/2010 16:00:10 - Provincia di Taranto - Attualità

Li ha decisi il GUP del Tribunale di Taranto Pompeo Carriere

 
Per la morte di otto pazienti cardiopatici ricoverati nel reparto Utic (Unità di terapia intensiva coronarica) dell’ospedale di Castellaneta (Taranto), il gup del Tribunale di Taranto Pompeo Carriere ha rinviato a giudizio 30 persone tra medici, anestesisti, funzionari Asl, imprenditori e tecnici progettisti. I decessi avvennero fra il 20 aprile e il 4 maggio del 2007 perchè ai pazienti venne somministrato per errore protossido di azoto al posto dell’ossigeno. Gli imputati sono accusati a vario titolo di omicidio colposo plurimo, falso ideologico, frode nelle pubbliche forniture e violazioni amministrative.
 
Il processo inizierà il 2 luglio prossimo dinanzi alla prima sezione del tribunale di Taranto. A chiusura delle indagini preliminari, era stata già archiviata la posizione di tre componenti della commissione di collaudo dell’impianto. Secondo quanto stabilito dalla perizia medica disposta in fase di indagine, i pazienti inalarono protossido di azoto, un potente anestetico, al posto dell’ossigeno, a causa di una inversione nell’innesto delle tubazioni che erogano i gas medicali. Oltre ai familiari delle vittime, si sono costituiti parte civile la Regione Puglia, l’Azienda sanitaria locale di Taranto e l’associazione Cittadinanzattiva.
 
ORE 13:00 - I 30 RINVIATI A GIUDIZIO
Ecco l’elenco completo delle persone oggetto del provvedimento: Domenico Matera, amministratore unico e responsabile tecnico della Ossitalia srl; Alessandro Manigrasso, referente della Sapio srl; Luigi Ferrari, titolare della omonima impresa edile; Silvio Berto, legale rappresentante
(consigliere delegato) ed amministratore della Givas srl; Pietro Muscogiuri, procuratore della Givas srl; Giuseppe Fiorino, amministratore unico e legale responsabile della Item Oxigen srl; Giuseppe Acquaviva, dipendente della Oxigen srl; Luigi Giannini, legale responsabile di Area della Siram Spa; Dario Nitti, responsabile della sede operativa della Siram Spa di Bari; Vincenzo Chianella, capo settore Siram per Taranto e provincia. E, ancora, Vincenzo Pergola, tecnico delle aziende facenti parte dell’Associazione d’imprese Betafin Spa e Ge Medical System srl; Oreste Messina, tecnico delle aziende facenti parte dell’Associazione d’imprese Betafin Spa e Ge Medical System srl; Carmine Salerno, tecnico delle aziende facenti parte dell’Associazione d’imprese Betafin Spa e Ge Medical System srl; Vito Miccoli, progettista e direttore dei lavori designato dall’Asl; Michelangelo Lentini, progettista e direttore dei lavori designato dall’Asl; Danilo Salinas, direttore tecnico e rappresentante della Direzione dei Lavori in sostituzione del Lentini; Cosimo Turi, direttore sanitario dell’ospedale di Castellaneta; Antonio Scarcia, primario del reparto di cardiologia dell’ospedale di Castellaneta; Argentina Saracco, anestesista in servizio all’ospedale di Castellaneta. Riviati a giudizio anche Michele Ferrante, anestesista in servizio all’ospedale di Castellaneta; Corrado Pisanello, anestesista in servizio all’ospedale di Castellaneta; Martino Saltori, anestesista in servizio all’ospedale di Castellaneta; Giambattista Semeraro, cardiologo in servizio all’ospedale di Castellaneta; Roberto Semeraro, cardiologo in servizio all’ospedale di Castellaneta; Paola Cicerone, cardiologo in servizio all’ospedale di Castellaneta; Paolo Quarato, responsabile area gestione patrimonio; Giacomo Sebastio, direttore dell’Area Gestionale Tecnica, responsabile unico del Procedimento e coordinatore per la sicurezza; Primo Stasi, presidente della commissione regionale di collaudo; Giuseppe Franza, componente della commissione regionale di collaudo; Matteo Vito Antonicelli, componente della commissione regionale di collaudo.
 
ORE 13:26 - LE MORTI PER UN ERRORE UMANO
Un errato collegamento, in fase diesecuzione dell’impianto, della linea di ossigeno con la linea principale di distribuzione del protossido di azoto, un gas anestetico utilizzato da altri reparti, ma non dall’Unità di terapia intensiva coronarica (Utic). Uno scambio di tubi, insomma, tra l’altro di diverso colore e di diversa grandezza. Fu questa la causa della morte, nell’Utic dell’ospedale di Castellaneta (Taranto), di otto pazienti cardiopatici fra il 20 aprile e il 4 maggio del 2007, per il decesso dei quali oggi il gup del tribunale di Taranto ha rinviato a giudizio 30 persone.
 
L'Unità di terapia intensiva coronarica era stata inaugurata ai primi di aprile del 2007, benchè pronta da diverso tempo; il ritardo nell’entrata in funzione fu dovuto alla mancanza di cardiologi. L’equipe medica nominata dalla Procura della Repubblica di Taranto accertò poi il nesso di causalità tra il decesso dei pazienti e la somministrazione di protossido di azoto. Sono numerose anche le inosservanze riscontrate dalla commissione tecnica, a cominciare dal doppio errore nei collegamenti (ossigeno-protossido di azoto e aria medicale-ossigeno) degli impianti di gas medicali.
 
ORE 13:36 - LE VITTIME
Questa fu la cronologia dei decessi nel reparto: il 20 aprile 2007 morirono Vincenzo Tortorella, 75 anni, di Ginosa (Taranto), e Antonio Naselli, 76 anni, di Laterza (Taranto); il 24 aprile Maria Leonarda Grieco, 85 anni, di Grassano (Matera); il 25 aprile Angela Carmignano, 67 anni, di Palagiano (Taranto), e Pasquale Caragnano, 84 anni, di Mottola (Taranto); il 30 aprile Michelina Santoro, 80 anni, di Palagianello (Taranto); il 2 maggio Pasquale Mazzone, 82 anni, di Mottola; il 4 maggio Cosima Ancona, 73 anni, di Mottola.
 
ORE 13:49 - IL LEGALE DELLE VITTIME: ORA LA ASL RISARCISCA
La Asl di Taranto fino ad oggi «non ha risarcito i familiari delle vittime, disattendendo l'impegno assunto dal direttore generale Domenico Colasanto nel corso della trasmissione televisiva 'Mi Manda Raitrè andata in onda il lontano 15 maggio 2009». È quanto rileva in una nota l'avv. Ettore Gorini, legale dei famigliari di Antonio Noselli, uno degli otto pazienti deceduti nel 2007 nell’Unità di terapia intensiva coronarica dell’ospedale di Castellaneta dopo aver inalato protossido di azoto al posto di ossigeno. I famigliari di Noselli si sono costituiti parte civile nel procedimento a carico dei 27 imputati oggi rinviati a giudizio per quelle morti. «La Asl – prosegue Gorini – non ha neanche rimesso a favore delle parti civili l’esiguo acconto sul risarcimento che sempre Colasanto aveva pubblicamente proposto di corrispondere, informando, lo scorso 6 marzo 2010, organi di stampa e la collettività e dandone notizia anche attraverso pubblicazione sul sito internet dell’Azienda sanitaria. Hanno sempre contestato le nostre richieste, vediamo se ora – conclude il legale – terranno fede agli impegni assunti».










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