Tutti contrari al taglio della figura del provveditore
«La Gelmini colpisce ancora: tagliata la Direzione scolastica provinciale di Taranto». Coro di proteste alla decisione emersa nei giorni scorsi di accorpare l’Ufficio scolastico provinciale di Taranto a quello di Brindisi, con la conseguente cancellazione della dirigenza qui a Taranto (rimangono ovviamente uffici e servizi - ndr). Dopo la nota dell’on. Ludovico Vico (Pd), a protestare è anche Luciano Santoro (Pd), che si aggiunge a Vico nella richiesta al direttore generale della Puglia, Lucrezia Stellacci, di fare «un passo indietro». «Faccio appello agli enti locali, Comune, Provincia, ma soprattutto alla giunta regionale, al nuovo assessore al Diritto allo studio, Alba Sasso, e alle sue specifiche competenze, per un intervento concreto e forte su quello che sempre più rappresenta un depauperamento di funzioni importanti per il mondo scolastico jonico - dice Santoro -. Un appello va anche ai parlamentari del centrodestra perché per una volta si spendano per fare realmente gli interessi del territorio e non quelli di una maggioranza che a colpi di tagli di personale, di investimenti e risorse guarda al Mezzogiorno come ad un territorio subalterno al Nord».
In realtà, già nei giorni scorsi anche l’on. Pietro Franzoso (Pdl) aveva annunciato una interrogazione al ministro Gelmini e la richiesta di una ispezione ministeriale negli uffici regionali.
«Condivido e sottoscrivo le dichiarazioni del collega deputato Ludovico Vico» -aveva commentato Franzoso. «Ritengo il provvedimento dell’ufficio scolastico regionale inopportuno, immotivato e iniquo, oltre che fortemente penalizzante per la città».
Chiedendo chiarezza su quanto accaduto ed auspicando la condivisione di parlamentari, consiglieri regionali e istituzioni anche di diverso colore politico, Franzoso auspicava anche l’intervento del ministro «di fronte ad un’evidente prevaricazione delle sue funzioni da parte della dirigente, atteso, tra l’altro, che anche un dirigente ministeriale, nel predisporre ed emettere atti, debba opportunamente motivarli per giustificare le scelte compiute».
Per Franzoso, un provvedimento di tale natura «avrebbe dovuto tenere conto quantomeno di precisi riferimenti territoriali, di popolazione e di numero dei plessi scolastici provinciali».
Tutti elementi che Franzoso sostiene d’aver segnalato alla Stellacci - prima ancora della determinazione ufficiale, avendo appreso la notizia in via informale - e che pare non siano stati assolutamente presi in considerazione «dal momento che - dice Franzoso - la scelta è stata effettuate, pare, sulla scorta di motivazioni tutte individuali».
Nessuna considerazione è stata, inoltre, riservata al documento di plauso al lavoro svolto proprio sul provveditore Di Noi, ai titoli, meriti e curriculum del dirigente.
«Mi sono informato personalmente - precisa Franzoso - e il dottor Di Noi è l’unico ad essere in possesso di attestati di corsi certificati di formazione dirigenziale riferito al piano industriale per la riforma della Pubblica Ammnistrazione; sulle politiche di bilancio e dei criteri di gestione promosso dal dipartimento della Funzione pubblica presso la presidenza del Consiglio dei ministri».