Oltre 2.000 i dipendenti che potrebbero ritrovarsi disoccupati
Nell’azienda di call center Teleperformance, operante in Taranto, attualmente prestano lavoro diverse centinaia di cittadini dei paesi Sava, Manduria, Maruggio, Torricella, Fragagnano, Lizzano ecc. Chi scrive è un operatore telefonico, cittadino di Sava, assunto a tempo indeterminato presso la “IN & OUT – TELEPERFORMANCE” di Taranto e che in questi ultimi giorni, insieme ad altri 674 lavoratori impiegati nella sede di Taranto e 173 per le due sedi romane rischia di perdere il posto di lavoro a causa dell’avvio della procedura di licenziamento collettivo per riduzione del personale indetto dall’azienda in data 1 aprile 2010. Affronto tale vertenza in prima linea in quanto RSU e quotidianamente, sia all’interno dell’azienda e oggi anche fuori dalla mia realtà lavorativa, devo ribadire con forza e convinzione la mia netta contrarietà ai licenziamenti. Quello che si cerca di attuare è di una gravità assoluta che avrebbe una ricaduta occupazionale e sociale senza precedenti nel territorio Tarantino in quanto l’azienda conta attualmente più di 2.000 dipendenti assunti a tempo indeterminato e di qualche centinaio di lavoratori assunti con contratto a progetto e questi numeri la portano ad essere la seconda realtà come unità produttiva dopo l’Ilva.
La mia preoccupazione di fronte a questa crisi annunciata cresce ancora di più in quanto l’azienda ritiene che la crisi in atto sia circostanza oggettiva e strutturale e che quindi a mio avviso non intravede, essa stessa, soluzioni capaci a breve e medio termine di risolvere i problemi attuali nemmeno ricorrendo ad eventuali ammortizzatori sociali, ai quali purtroppo nemmeno possiamo ricorrere, in quanto non previsti nella nostra categoria dalle normative attuali. Quindi di fronte a tali chiusure, legislative (si può sperare al massimo nella cassa integrazione in deroga in quanto non prevista la copertura economica della mobilità ) e di volontà inprenditoriali di investire maggiormente sul territorio tarantino il rischio di coinvolgere nei licenziamenti tutte le 2.000 unità lavorative di Taranto si fa pressochè inevitabile.
A quest'ultima eventualità il territorio jonico, TUTTO, non può e non deve rassegnarsi perché soluzioni al problema ci sono e vanno ricercate azioni capaci di arginare il
momento difficile magari incoraggiando ancora di più le aziende in crisi come la IN & OUT - TELEPERFORMANCE con iniziative legislative e finanziarie che abbiano l’obiettivo primario di salvaguardare l’occupazione.
Il call center, che è una multinazionale francese, apre nel territorio tarantino nel 2005 con assunzioni di poche centinaia di lavoratori, tutti con contratto a progetto, che in brevissimo tempo diventano migliaia e che intravedono nella Teleperformance una vera e propria ancora di salvezza sebbene nella condizione di una precarietà derivante dal contratto a progetto. Divenuta ormai una solida realtà nel panorama lavorativo jonico e legittimamente punto di riferimento primario nel panorama dei call center in generale, incrementa velocemente le assunzioni e gli investimenti dei suoi azionisti a tal punto che sceglie di assumere a tempo indeterminato quasi la totalità dei suoi dipendenti
nel 2007 (quasi 1.800 dipendenti) grazie anche ai benefici previdenziali ottenuti dalla legge 407/90.
Quando tutto ormai sembrava avviato ad un rapido consolidamento e di piena immersione nel tessuto lavorativo tarantino al punto che ognuno di noi lavoratori di Teleperformance sta tentando di costruire progetti familiari, sociali ed economici, basti pensare alle oltre 300 nascite che coinvolgono direttamente i dipendenti, ecco arrivare in maniera del tutto inaspettata la gravissima dichiarazione di crisi dell’azienda in data 1 aprile.
Alla posizione assunta dall’azienda di ricorrere ai licenziamenti si sta cercando di creare un fronte comune di tutte le forze sociali, sindacali, politiche, per convincere la dirigenza aziendale affinchè metta in atto strategie alternative ed assumi una posizione di responsabilità nei confronti di 2.000 famiglie che oggi vivono nell’angoscia di perdere il posto di lavoro.
Molte sono le risposte di solidarietà ottenute da più parti come gli ordini del giorno approvati all’unanimità da alcuni comuni come Taranto, Grottaglie, e spero anche a breve di tutti i comuni in cui vivono cittadini che lavorano presso il call center tarantino, in cui si sostiene i lavoratori e le loro famiglie coinvolte.
Il 7 maggio si è svolto anche un consiglio provinciale monotematico sulla vertenza in atto dove al termine dei lavori è stato approvato ALL’UNANIMITA' un ordine del giorno a sostegno di una risoluzione della crisi occupazionale che attanaglia il territorio tarantino in generale con particolare attenzione e richiamo alle istituzioni tutte alla vicenda Teleperformance.
A queste iniziative delle istituzioni locali joniche si ripone grandi aspettative e si aggiungeranno alla disponibilità pubblica annunciata dall'attuale governatore della Puglia Vendola ad interessarsi del caso una volta formalizzate le cariche della giunta regionale e a breve incontrerà delegazioni, sindacali e istituzionali, per mettere a fuoco la vicenda e farsi carico, spero, di aprire tavoli di concertazione tra le parti per studiare e attuare rimedi alternativi ai licenziamenti e salvare la buona occupazione.
Si continua intanto a coinvolgere tutte le figure politiche della regione, sopratutto quelle elette nel territorio Tarantino che attualmente svolgono attività politiche a Roma affinchà divengano portavoce e testimoni, presso l’attuale governo nazionale, di una situazione gravissima a Taranto e che DEVE trovare soluzioni non traumatiche.
Anche figure di primo piano come l’ex ministro Cesare Damiano, che ha legato il suo nome con normative legislative che in passato hanno tentato di regolarizzare il settore dei call center in Italia, è in questi giorni coinvolto totalmente nella vicenda Teleperformance ed è stato addirittura solidale e presente, insieme al deputato Ludovico Vico in mezzo ai manifestanti dello sciopero generale indetto dai sindacati il 30 aprile svolto di fronte ai cancelli della Teleperformance di Taranto e di Roma per dire NO ai licenziamenti.
Altre azioni si svolgeranno nei prossimi giorni sia di tipo strettamente sindacale che di appuntamenti in agenda già fissati anche con il governo nazionale che coinvolgeranno le istituzioni politiche come la Camera dei Deputati e l’attuale ministro del Lavoro Sacconi che dovrà dare, spero, una risposta concreta alla vicenda.
Nel frattempo vi saranno altri tentativi di noi Rsu e delle organizzazioni sindacali nelle sedi opportune, quali Unione degli industriali di Roma, di cercare di convincere la Teleperformance di ritirare i licenziamenti.
Credo infine fermamente che tutte le istituzioni, anche ai livelli più alti abbiano il dovere di dare la propria solidarietà ai lavoratori coinvolti e tutto il territorio jonico e i cittadini che lo compongono devono dare una risposta ferma, unita ai tentativi di smontare a spallate il nostro futuro e il territorio in cui un giorno vivranno i nostri figli.
Cosimo Caforio