Spiegare cosa è il Cloro Rosso in poche parole non è facile..
«Siamo ragazzi e ragazze, studenti, precari, lavoratori in nero, universitari fuorisede, invisibili;
figli della città più inquinata d’Europa e con il più alto tasso di malattie legate all’inquinamento ambientale, dove a 11 anni ci si può ritrovare con la sindrome da fumatore incallito e dove è stata rilevata presenza di diossina nella catena alimentare, figli di una città vittima del più grande dissesto economico della storia della Repubblica Italiana, ultimo atto di un sistema che nel corso di 30 anni ha tenuto insieme malavita, blocchi di potere, lobby locali e sindaci sceriffi; il tutto inserito nel contesto sociale di un meridione sempre più dimenticato.
Taranto è tutto questo. Una terra spogliata dei suoi diritti.
Sfidare la legalità e le istituzioni era l’unica arma a nostra disposizione per riportare al centro del dibattito politico cittadino il problema dell’assenza di spazi sociali.
L’occupazione della ex scuola Martellotta, avvenuta più di 2 anni fa, ha consentito ai ragazzi e alle ragazze di Taranto di creare quel primo laboratorio culturale, sociale e politico di cui la città necessitava. Il Cloro Rosso è ad oggi parte propulsiva e creativa di un processo di cambiamento reale dal basso che vede in prima linea il protagonismo delle nuove generazioni.
Riqualificare una struttura abbandonata ad anni ed anni di degrado (totalmente a proprie spese), creare una palestra popolare ormai indiscutibile punto di riferimento per tutto il quartiere, una sala di registrazione musicale, un laboratorio teatrale, offrire servizi come un internet point e una free-copyright zone, sono solo alcune delle tantissime attività che ogni giorno rendono vive le mura dello stabile di via scoglio del tonno.
Più di 200 iniziative tra concerti, rappresentazioni teatrali, presentazione di libri, dibattiti e seminari, attraversate da migliaia di persone, sono la risposta a quelle forme di cultura, condivisione, partecipazione e democrazia di cui Taranto tanto necessita.
Sono proprio i sogni e l’entusiasmo di questa nuova generazione precaria e senza diritti che hanno portato a rianimare i conflitti che stanno attraversando Taranto in questi anni, dalla questione ambientale alle tematiche relative al lavoro e al welfare, e a iniziare così a ridefinire una nuova idea di città e municipalismo che passa dalla riappropriazione dei beni comuni a una ipotesi di uscita dalla crisi svincolate da logiche di mercato e profitto.
La nostra partecipazione alle giornate di critica al COP 15 di Copenhagen va proprio in questo senso.
Sin dal primo giorno, il Cloro Rosso si è dunque caratterizzato come una risorsa per la città di Taranto. Risorsa tuttavia precaria, in quanto la realizzazione di questo percorso passa indissolubilmente dalla questione relativa alla sua stabilità. Per noi lo stato di occupazione non è una rivendicazione identitaria ma un passaggio obbligato verso la conquista di spazi di autogestione e autorganizzazione.
E’ per questo motivo che da 2 anni abbiamo intavolato una trattativa, complessa e sfiancante, con l’amministrazione comunale, una trattativa fatta di promesse, conferenze stampa risonanti e annunci pubblici alle quali però non è mai seguito un impegno concreto; fino ad arrivare all’epilogo beffardo di conoscere, tramite carta stampata, di essere sotto sgombero.
Il sindaco Stefàno si deve assumere la responsabilità morale e politica di questa azione davanti a tutta la città e non solo; questa vicenda infatti è l’emblema dell’incapacità di una certa sinistra nel saper dialogare con i movimenti.
Nello stesso tempo possiamo dire con certezza, soprattutto perché l’abbiamo vissuto sulla nostra pelle, che il sindaco Stefàno, in buona o cattiva fede, ha legittimato con questa ordinanza un sistema di blocchi di potere che da quando siamo entrati nella ex Martellotta si è messo in moto per ostacolare la nostra presenza.
Siamo riusciti ad ottenere un incontro con il Comune che si configura decisivo, nella mattina di lunedì 24 maggio, vista l’imminenza dell’atto amministrativo. L’appello che lanciamo al Sindaco è quello di ritirare immediatamente l’ordinanza e di trovare un accordo che eviti il peggio. Il nostro spirito propositivo non mancherà neanche nella prossima scadenza.
Pochi anni fa la CNN dichiarava, durante le contestazioni alla guerra in Iraq, che il movimento che richiedeva “un altro mondo possibile” fosse la seconda potenza politica del Pianeta.
Una risposta locale che ci siamo dati alla domanda su come costruirlo realmente questo “altro mondo” è il Cloro Rosso.
Purtroppo quel movimento è passato alla storia anche per altri tristi vicende..e Genova ne sa qualcosa.
Scegli, Sindaco Stefàno, da quale delle 2 parti stare.
GIU’ LE MANI DAL CLORO ROSSO! I SOGNI NON SI SGOMBERANO!
CENTRO SOCIALE OCCUPATO AUTOGESTITO CLORO ROSSO TARANTO.