martedì 26 novembre 2024


25/05/2010 07:00:46 - Provincia di Taranto - Attualità

Ai parlamentari la richiesta di assumere iniziative parlamentari finalizzate ad una soluzione che contemperi il primario e naturale diritto alla salute con le attività economiche

 
«Lo strumento che consente di abbattere le emissioni d’inquinanti nel settore industriale è l’Autorizzazione Integrata Ambientale. La sua ratio risiede nell’approccio integrato alla tutela dell’ambiente, per superare la frammentazione dei procedimenti autorizzatori, considerando che approcci distinti nel controllo delle emissioni nell’aria, nell’acqua o nel terreno possono incoraggiare il trasferimento dell'inquinamento tra i vari settori ambientali, anziché proteggere l’ambiente nel suo complesso (considerando il n. 7 della premessa della Dir. 24.9.1996 n. 96/61/CEE).
Lo scopo di un approccio integrato alla riduzione dell'inquinamento consiste nella prevenzione delle emissioni nell’aria, nell'acqua e nel terreno, o altrimenti nella riduzione al minimo delle stesse, per raggiungere un elevato livello di protezione dell'ambiente nel suo complesso (considerando il n. 8 della premessa Dir. 96/61/CEE). Un ruolo rilevante è svolto dal diritto penale ambientale, inteso come strumento di tutela di beni socialmente rilevanti e d'indirizzo e di controllo dell’autorità amministrativa competente, per la protezione del bene ambiente. La protezione penale dell'ambiente è perseguita quindi in modo indiretto attraverso la tutela diretta delle relative funzioni amministrative: queste funzioni sono quindi il bene strumentale, rispetto all'integrità dell'ambiente, che è il bene finale.
L’autorità competente ha poteri sanzionatori contro l’inosservanza delle prescrizioni autorizzatorie. Secondo la gravità delle infrazioni, l’autorità competente dispone: a) diffida, b) diffida e contestuale sospensione dell'attività autorizzata, c) revoca dell'autorizzazione e chiusura dell'impianto (art. 11, comma 9, D.Lgs. 59/2005).
La città di Taranto, secondo il V Rapporto di Ispra sulla qualità dell’Ambiente Urbano, si colloca al primo posto per le polveri e al terzo posto per gli ossidi di azoto. Inoltre, secondo l’Arpa Puglia, esiste un problema di microinquinanti, in particolare il benzopirene. Tutto questo è realtà incontrovertibile.
La Federazione Provinciale dei Verdi chiede a gran voce la verità sulla condizione ambientale di Taranto e reclama chiarezza, per il bene dei cittadini, tra le notizie e le diverse dichiarazioni rese, spesso divergenti se non contrastanti tra loro.
Ad esempio, tra le note pubblicate dall’Arpa e le dichiarazioni, alquanto azzardate dell’assessore alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia, Nicastro, il quale ha dichiarato che non esiste un problema Taranto.
A noi ecologisti, appare incomprensibile l’assenza di AIA per gli impianti di competenza nazionale (Ilva, Eni, Enipower e centrale termoelettrica dell’Enel) e ancora di più per gli impianti di competenza regionale come la Cementir, Sanac e Amiu. Cosa abbastanza grave, se teniamo conto che è stato approvato un Piano Regionale di Tutela e Risanamento della Qualità dell'Aria. Alla luce di tutto questo, sono da comprendere le preoccupazioni e le denunce di associazioni e comitati; noi ecologisti chiediamo la risoluzione di questi problemi e riteniamo elemento prioritario il monitoraggio in continuo e il rispetto della normativa attuale.
I Verdi della Provincia di Taranto chiedono alla Magistratura se sia legittimo per le imprese continuare a operare in assenza di Aia. Infine, ai parlamentari espressione del territorio, chiedono di assumere iniziative parlamentari finalizzate ad una soluzione che contemperi il primario e naturale diritto alla salute con le attività economiche».
 
Federazione Provinciale di Taranto dei Verdi
 










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