«Gli utili sono aumentati del 40%: perché la cassa integrazione?»
Il coordinamento tarantino dello “Slai Cobas” ha presentato alla Commissione provinciale e alla Direzione dell’Inps, all’Ispettorato del lavoro e alla Procura della Repubblica un esposto contro il provvedimento di cassa integrazione ordinaria disposto dall’Ilva nei confronti di 3.544 lavoratori. Secondo il sindacato di base, che ipotizza un tentativo di truffa, non ci sono i presupposti che legittimano il ricorso gli ammortizzatori sociali dal momento che nel 2008, “secondo dati di Confindustria del novembre scorso, in tutte le aziende siderurgiche gli utili sono aumentati del 40%”.
«La crisi finanziaria» è detto in un comunicato «porta solo ad una erosione degli utili già realizzati, e, nonostante essa, il 2008 si è chiuso con un miglioramento di redditi e volumi produttivi». Gli attivisti del sindacato di base fanno inoltre presente che l’Ilva ha portato la produzione dell’acciaio al record europeo di 10 milioni di tonnellate, con una crescita negli ultimi 4 anni del 18%. «In tutti i reparti» osservano «i ritmi produttivi sono rimasti molto elevati e l’Ilva ha fatto ricorso ampiamente al lavoro straordinario».
«'Per queste ragioni e per il rallentamento dei mercati a livello mondiale» sottolineano i firmatari dell’esposto «si è verificato l’accumulo di coils, laminati piani, nei piazzali della fabbric». Secondo i Cobas, insomma, «le conseguenze del calo della domanda mondiale, senza questa superproduzione, sarebbero rientrate nell’andamento del ciclo siderurgico, e fronteggiate dagli utili accumulati, secondo il normale principio del rischio di impresa. Emerge quindi che Riva» concludono i Cobas, «sta usando la cassintegrazione, i soldi pubblici dello Stato, per mera politica di risparmio, per non intaccare neanche di un euro i suoi utili, scaricando gli effetti della crisi finanziaria solo sui lavoratori».