Uno dei suoi meriti più grandi: la battaglia per la valorizzazione del Primitivo dopo lo scandalo del metanolo degli anni ‘80
Un uomo garbato e intelligente, di elevato spessore culturale.
C’è un comun denominatore nei tantissimi messaggi di cordoglio espressi la comunità manduriana, soprattutto attraverso i social, per ricordare Luigi Primicerj, venuto a mancare nella giornata di ieri.
Tutti coloro che lo hanno conosciuto rimarcano la sua grande educazione, la sua intelligenza e la sua preparazione culturale. Sempre misurato e garbato, era un vero amico, capace sempre di donare un sorriso, un incoraggiamento, un gesto affettuoso.
Tanti i suoi meriti nell’impegno civile e di passione per far crescere la sua città. Noi siamo stati testimoni, negli anni ’80, del grande impegno profuso da Luigi dopo lo scandalo del vino al metanolo, che rischiò di trasformarsi nella mazzata definitiva per il Primitivo di Manduria. Sino ad allora, quasi nessuno aveva intravisto le enormi potenzialità del nostro vino: la maggior parte della produzione veniva venduta, sfusa, alle aziende vinicole del nord e di oltralpe per elevare la qualità dei loro vini.
Luigi fu uno di quelli che lottò per voltare pagina.
«Dobbiamo puntare sull’imbottigliamento affinchè si possa valorizzare questo nostro tesoro: il valore aggiunto deve restare nella nostra terra» amava ripetere.
Tante furono le iniziative promosse da Luigi e da altri pochi operatori del settore, che poi rappresentarono la base della svolta nella consacrazione del nostro vino.
Il destino crudele ha negato a Manduria di continuare a beneficiare della sua intelligenza e del suo impegno nelle battaglie sociali.