L’associazione “L’Ambiente che Vogliamo” di San Pancrazio Salentin rinnova l’appuntamento con il “Pesce Mangia Plastica”
Anche quest’anno l’appuntamento con il “Pesce Mangia Plastica"
L’associazione ambientalista “L’Ambiente che Vogliamo ETS“ di San Pancrazio Salentino si ripete spostando l’obiettivo sempre sulla costa ionica salentina, e precisamente, il 18 agosto sulla spiaggia libera di Specchiarica nei pressi della Salina dei Monaci e poi il 20 agosto 2023 sulla spiaggia libera di San Pietro in Bevagna.
Ambedue gli eventi con il patrocinio morale del Comune di Manduria.
«Tanto al fine di sensibilizzare sempre di più i cittadini ad un comportamento corretto e restrittivo nell'utilizzo e conferimento della plastica monouso afferma Gianluca Zizzo, presidente dell’associazione “L’Ambiente che Vogliamo». «Il fenomeno della plastica nei mari è una delle emergenze più inquietanti a livello ambientale oggi; un fenomeno che rischia, se non di già, di diventare presto ingovernabile e che sta provocando ingenti danni agli ecosistemi e alla salute umana.
Eppure si contano sulla dita di una mano i Paesi responsabili di più della metà della plastica buttata in mare ogni anno; possibile che non si riesca a fare nulla? Navigando i mari o gli oceani s'incontrano intere isole di plastica grandi quanto la Groenlandia che, anche se smettessero oggi di venire immessi nuovi rifiuti nel mare, queste aree già esistenti, continuerebbero a crescere per altre centinaia di anni per via di tutto il materiale già disperso negli oceani. Un altro fenomeno non di meno inquietante sono le cicche di sigaretta buttate qua e là che sembrerebbe un comportamento normale e da tutti accettato ma che sicuramente è una trasgressione rispetto alle norme a tutela dell'ambiente. Le spiagge, le strade, i marciapiedi, i siti archeologici, i parchi di tutto il mondo sono ricoperti dai mozziconi senza che nessuno si curi di questo tipo di rifiuto. Sette fumatori su dieci, ancora oggi, gettano i loro mozziconi dai finestrini delle auto.
Tale comportamento ha spesso causato incendi a cespugli e boschi con ingenti danni a cose e persone. Buona parte delle sostanze chimiche prodotte dalla combustione del tabacco resta nelle cicche, di conseguenza, con 72 miliardi di sigarette consumate ogni anno in Italia, anche il piccolo mozzicone diventa un'importante fonte di inquinamento.
Da qui nasce l'esigenza di classificare le cicche di sigaretta come rifiuto pericoloso per l'ambiente, per la salute dell'uomo e la necessità di provvedere ad una loro raccolta differenziata sistematica e funzionale».