I fans hanno cinto d’assalto i big della musica leggera italiana
Che serate ragazzi! Quali? Quelle della quinta tappa del Sete di Radio Tour di Radionorba rigorosamente made in Taranto, che hanno riprodotto, nella centralissima piazza M. Immacolata , l’11 ed il 12 giugno, il modello in scala del delirio mediatico degno delle grandi walk of fame di Cannes e dei tanti festival celebrativi sparsi per il mondo.
Gli ingredienti ci sono stati tutti, ma proprio tutti: la canicola estiva di questo primo scampolo della bella stagione, cornice ideale della kermesse musicale, la spumeggiante birra Dreher Experience, sponsor esclusivo dell’up & down della radio a quattro ruote, lo stuolo di forze dell’ordine impegnate a tutelare la sicurezza di artisti ed astanti, il team di Radionorba, che con Cristobal e Stefania prima, Marco e Claudia dopo, alimentano, contengono, interpretano e raccontano, registrano e diffondono via etere in questo sud infuocato dalle temperature hot del periodo, gli altrettanto accalorati animi delle onde umane di adolescenti e degli over anta, che piangono, gridano, cantano a squarciagola, come tarantolati protagonisti di uno stalking autorizzato.
Ma ci sono soprattutto loro: i fan da un lato, gli artisti dall’altro,Valerio Scanu, Gigi D’Alessio ed Emma Marrone, osannati, reclamati, acclamati, annunciati a più riprese, facendo crescere l’ansia di un incontro di due mondi in cui realtà vs sogno e mito si sfiorano, a volte tentano di congiungersi senza fondersi mai.
In mezzo, la dogana dei sentimenti forti, quelli dei ragazzi, stretti nella morsa degli sguardi a tratti estranei dei genitori, guardie del corpo per eccellenza e parti di un contratto di sorveglianza modello casalingo, separati dalle transenne dai loro idoli, interpreti del loro tempo e del loro mondo, icone di una quotidianità che scorre tra le pagine di un diario, un cd, uno zaino profanato dalle citazioni di testi di canzoni che sconfessano quelle dei grandi filosofi e che modificano all’occorrenza sino a contaminarla la vita di relazione sempre più somigliante al contenuto di un album.
Il backstage diventa così uno spazio neutrale di osservazione, in cui si osa il tutto per tutto pur di accorciare le distanze con il mito di turno, che tra una canzone e l’altra ed un qualche inedito racconto di privacy personale condivisa nel pubblico, dissacrano lo
spazio che li separa dal resto del mondo con gli autografi, spesso accompagnati da flash delle fotografie e gli scatti rubati dal telefonino, chiamati ad immortalare momenti irripetibili, fotocellule inedite che da quel momento fanno evidentemente la differenza.
spazio che li separa dal resto del mondo con gli autografi, spesso accompagnati da flash delle fotografie e gli scatti rubati dal telefonino, chiamati ad immortalare momenti irripetibili, fotocellule inedite che da quel momento fanno evidentemente la differenza.
In questo breve scambio, sorvegliato e limitato dalle guardie del corpo, c’è ancora posto per qualche trasgressione alle regole, quando si supera la cortina, scavalcandola, nel tentativo di eludere la sorveglianza delle forze dell’ordine, per tagliare le catene della distanza, per permettere alle braccia di diventare tutt’uno con quelle dell’artista, per chiedere ancora, ancora ed ancora di più, prima che la chiusura alle 21 del truck di Radionorba, rimetta al loro posto tutte le cose, ridefinendo i limiti violati di due realtà in concorrenza per tre ore, esposte in vetrine tra la Puglia e la Basilicata.
E mentre il coprifuoco domina la scena da quell’ora in poi, la consapevolezza dell’esserci stati, rende agevole la via del ritorno verso casa con il carico di sogni rinnovato da tante emozioni depositato nella memoria del proprio cellulare, prima che la prossima tappa assicuri ad altri gli stessi privilegi.
Altre foto nella galleria.
Mimmo Palummieri