Un gesto concreto per incrementare il patrimonio arboreo del territorio salentino, con la messa a dimora di 842 piante fra specie arboree (leccio, quercia spinosa, quercia vallonea e sughera) e arbustive autoctone del Salento
Più alberi nel Salento grazie a un progetto che vuole far avanzare le conoscenze sulle produzioni agricole in agroforestry e sensibilizzare i giovani sui temi dell’agroecologia e della sostenibilità. Un gesto concreto per incrementare il patrimonio arboreo del territorio salentino, con la messa a dimora di 842 piante fra specie arboree (Leccio, Quercia Spinosa, Quercia Vallonea e Sughera) e arbustive autoctone del Salento: si tratta del “Parco della conoscenza”, nuova area verde dedicata alla comunità degli Alumni (i laureati e le laureate) dell’Università del Salento, inaugurato oggi, su un terreno di circa due ettari dell’Azienda agricola sperimentale Sant’Anna del CREA – Agricoltura e Ambiente (CREA-AA), a Monteroni di Lecce, grazie alla Fondazione “Sylva”. Uno spazio che sarà anche “laboratorio” a cielo aperto, dove i ricercatori del CREA e dell’Università del Salento, potranno studiare il comportamento di colture (come per esempio ortive, cereali minori e perfino cotone) in agroforestry, laddove la forestazione è rappresentata proprio dagli alberi appena piantati.
Il progetto è stato realizzato nell’ambito delle attività previste da una convenzione sottoscritta, appunto, tra l’Ateneo salentino, il CREA e la Fondazione “Sylva”, ed è stato presentato da: Giuseppe Corti, Direttore del CREA Agricoltura e Ambiente; Fabio Pollice, Rettore dell’Università del Salento, primo promotore dell’iniziativa; Luigi de Vecchi, Presidente della Fondazione Sylva; Domenico Ventrella, Primo Ricercatore e Responsabile della sede CREA-AA di Bari; Irene Petrosillo, docente di Ecologia a UniSalento; Evelyn De Simone, Direttrice della Fondazione Sylva – Lecce; Massimo Monteduro Delegato UniSalento alla Sostenibilità. L’incontro, cui hanno partecipato numerosi studenti e laureati/e dell’Ateneo, ha goduto del patrocinio della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS).
Alle aree di piantumazione delle diverse specie arboree sono state abbinate le “aree della conoscenza” dei vari corsi di laurea dell’Ateneo: l’area della Sughera ai corsi dell’area tecnico-scientifica; quella del Leccio a quelli dell’area giuridico-economica; quella della Quercia Vallonea ai quelli dell’area umanistica; quella della Quercia Spinosa ai corsi dell’area sociale.
«Nel nostro Paese la normativa impone di porre a dimora un albero per ogni bambino/a che nasca o venga adottato/a», sottolinea il Rettore UniSalento Fabio Pollice, «Questo progetto allarga la prospettiva alla comunità accademica come universitas, tessuto sapienziale di relazioni intertemporali tra generazioni passate, presenti e future. I bambini divenuti adulti completano il percorso di studi e divengono, così, protagonisti del progresso materiale e spirituale della società. Il patto tra cultura e natura, allora, si rigenera: l’avvio di una nuova fase di vita dei neolaureati si collega simbolicamente alla nascita di un nuovo albero, vita per il nostro pianeta».
«L’agroforestry o agroforestazione, che studieremo presso la nostra azienda di Sant’Anna, è un sistema agricolo che prevede la coltivazione di specie erbacee negli interfilari di piante arboree o arbustive, non necessariamente forestali», afferma Giuseppe Corti, Direttore CREA Agricoltura e Ambiente, «Applicando questo metodo viene ridotta l’evapotraspirazione, in tal modo si può risparmiare acqua irrigua e coltivare determinate colture anche laddove non sarebbe possibile. Inoltre, si aumenta così la biodiversità in ambito agricolo e si introduce più sostanza organica nel suolo. E questo è ancora più vero per le regioni del Sud».
«Siamo molto felici di aver contribuito alla realizzazione del Parco della Conoscenza forestando questo terreno», dice il Presidente della Fondazione “Sylva” Luigi de Vecchi, «I benefici portati dagli alberi sono essenziali per la nostra sopravvivenza, ma piantare alberi vuol dire anche costruire qualcosa che ci sopravviva. Grazie all’innovazione e alla ricerca su queste piante, potremo capire quali sono le specie più adatte alle future condizioni climatiche delle aree salentine. Acquisire conoscenze scientifiche è il primo passo nella lotta alla crisi climatica e verso un futuro migliore. L’altro è quello di affidarsi alle nuove generazioni, e non è un caso che il Parco sia dedicato ai nuovi laureati: sono loro che compiranno il miracolo di un’evoluzione verso il bene, il bello e il sostenibile».
Per l’occasione l’azienda vitivinicola Apollonio, “partner strategico” di UniSalento, rappresentata da Massimiliano Apollonio, ha fatto dono ai relatori di una bottiglia di Copertino DOC Rosso Riserva con l’etichetta recante il logo del Parco della conoscenza, che si estende proprio nell’area denominata “Copertino DOC”. L’annata scelta è quella del 2001, tra le più importanti degli ultimi anni, proprio per onorare l’inaugurazione della nuova area verde.