venerdì 22 novembre 2024


30/10/2023 17:25:33 - Salento - Attualità

La mitigazione avviene attraverso l’ottimizzazione dell’utilizzo di energia rinnovabile: un sistema Cloud migra dinamicamente l’esoso carico computazionale dell’AI verso regioni europee con energia più pulita, sopperendo così al problema dell’intermittenza delle energie rinnovabili

Il team dell’Università del Salento ha vinto l’hackathon “Smart Cities Challenge” organizzato dal CINI – Consorzio interuniversitario nazionale per l’informatica. Si tratta di una competizione annuale destinata a gruppi di studenti, laureandi/e e neolaureati/e delle Università italiane, che mira a identificare nuove idee per affrontare il problema della transizione ecologica e contribuire al “green deal” europeo. La sfida finale dell’edizione 2023 si è tenuta nelle scorse settimane all’Università di Salerno, in collaborazione con il Laboratorio nazionale Smart Cities and Communities del CINI.
Sotto la supervisione del professor Roberto Vergallo, ricercatore a UniSalento di “Sistemi di elaborazione delle informazioni”, hanno lavorato al progetto presentato Simone Casciaro, neolaureato in Computer engineering e attualmente in servizio presso FoolFarm Lecce; Alessio Errico, neolaureato in Computer engineering; Francesco Schirinzi e Maria Luisa Belcuore, studenti del corso di laurea magistrale in Computer engineering; e Marco Profilo, neolaureato in Ingegneria dell’informazione.
Il gruppo ha proposto il progetto “Federated green learning”, per la mitigazione dell’impatto ambientale degli algoritmi di intelligenza artificiale attraverso l’ottimizzazione dell’utilizzo di energia rinnovabile: un sistema Cloud migra dinamicamente l’esoso carico computazionale dell’AI verso regioni europee con energia più pulita, sopperendo così al problema dell’intermittenza delle energie rinnovabili evitando, per esempio, che minori rese del fotovoltaico o dell’eolico dovute ad agenti atmosferici o al ciclo giorno-notte impattino negativamente sulle emissioni di CO2 dei data center. Per l’individuazione delle regioni, il progetto ha utilizzato il parametro della “carbon intensity”.
«Questo parametro indica quanti kg di CO2 vengono emessi nell’atmosfera per produrre 1kWh di energia», spiega il professor Roberto Vergallo, «È un parametro che varia costantemente, perché dipende dal mix di approvvigionamento energetico specifico per una certa zona in un determinato istante. Quando le rinnovabili diventano meno disponibili, a fronte della medesima domanda in genere si sopperisce bruciando più combustibili fossili. Con il sistema messo a punto dal nostro team, invece, si reagisce a diminuzioni del parametro di “carbon intensity” spostando il workload verso regioni con una carbon intensity minore. Il sistema può essere paragonato a un girasole, che segue il moto del sole per trarne beneficio. In realtà non viene sfruttato solo il fotovoltaico ma tutti i tipi di rinnovabile (eolico, biomasse, idroelettrico, eccetera). Insomma, aver vinto la competizione con questo progetto è un bel risultato. Quello che può aver convinto la giuria a premiare il nostro team sono la solida base scientifica su cui il sistema si poggia, le brillanti capacità espositive dei nostri studenti e la fantasia con cui hanno effettuato l’integrazione dei sistemi».
Nelle immagini il professor Vergallo e i componenti del gruppo Maria Luisa BelcuoreFrancesco Schirinzi e Simone Casciaro che hanno preso parte alla finale dell’hackathon.











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