Il resoconto di due “calde” serate
Non solo ceramica, ma Sede di Radio Tour: a Grottaglie è di turno la musica
Piero Focaccia perdonaci! Ma le cose dal ‘63 sono cambiate, e la spiaggia ed il mare non possono essere gli stessi, altrimenti che Sete di Radio Tour sarebbe?
La radio live a quattro ruote, sempre on the road, fa tappa a Grottaglie, la sesta per la precisione, ed incassa un nuovo successo di pubblico. Fedele a sé stessa la formula, ma non la variabile, rappresentata questo week-end da altri interpreti del meglio della musica del momento che si passano la staffetta. In nomination dunque Daniele Battaglia, un figlio di P.., vincitore dell'ultima edizione dell’sola dei famosi, i Sud Sound System, 3 giullari by Salento dal Reggae culturalmente chic, sintesi della pizzica tarantata e della musica dai messaggi sociali forti, Fabrizio Moro, padre da poco, protagonista di un fuori programma live sul truck brandizzato di Radionorba e generosissimo coi fans, i Sonhora con la “mutina”, idoli delle ragazzine in delirio per loro, in compagnia della loro aria spaesata all’Alice nel paese delle meraviglie, più propensi a cantare che non a parlare.
Come sorprese dall’uovo di Pasqua si esibiscono, uno dopo l’altro, ed il potere taumaturgico dei testi delle loro canzoni firma la differenza tra gli stili, i generi musicali, la diversa formazione ideologica, il modo tutto personale di intendere la musica ed il rapporto con il pubblico, in cui le generazioni si confrontano e si confondono.
Ma colpo di scena! E' noto che la vendetta sia un piatto da servire freddo: et voilà, ecco un inedito Battaglia diffondere via etere il numero di cellulare dell’assistente di Francesco Facchinetti, colpevole di averlo spinto a partecipare al reality di Rai due con le rassicurazioni di cibo sottobanco elargito dalla produzione per soddisfare la fame degli isolani, già peraltro istigati dalla celebre cupola.
Aria di casa mia sul palco per le tre S nostrane, i cui vent’anni di discografia sono l’occasione per ripercorrere una storia tutta pugliese, per lanciare slogan contro l’arrivismo, la follia umana, la schiavitù morale che lega tanti disoccupati al loro destino, per rilanciare Taranto, per dire ai giovani: “non lasciatevi sedurre da internet, buttatevi nel sociale se non volete diventare asocial”.
Così lo slang dei Sud Sound System diventa corale nella gremitissima piazza Principe Umberto, fiaccata dalle temperature decisamente up del periodo, in cui se la musica soddisfa il bisogno morale di raccontarsi attraverso i propri miti, la birra Dreher Experience, soddisfa la sete degli astanti, che per una sera esorcizzano la paura degli esami in corso e sublimano quella voglia di sana libertà.
La stessa osannata da Fabrizio Moro che, chiosa il suo nome sulle cartoline, i manifesti, le fotografie, con il suo motto personale: “Viva la libertà”, mentre la tecnologia, autoreferenziale per natura, celebra sé stessa, contribuendo a fissare nel tempo l’ultima immagine di un incontro con il mito che riempie le giornate, i sogni, i pensieri, divenendo il guru della propria esistenza.
L’ultima nota kitsch segna il congedo dei Sonhora, chiamati a sovrapporre autografi e iniziali sul palmo della mano o sul braccio, feticcio ironico di qualche adulto dalla sindrome di Peter Pan. Alle 21, evidentemente non trattabili, il truck chiude i battenti tra lacrime, gli ultimi scampoli di voce svenduti con la complicità del cuore e l’autorizzazione del cervello a favore degli artisti esibiti, insieme alla consapevolezza di essersi spesi per un 19 giugno 2010 destinato a restare unico oltre che sulla linea del tempo, anche su quella di ogni storia personale.
Si riparte alla volta di Bisceglie dopo un ciao a Grottaglie !
Mimmo Palummieri