mercoledì 25 settembre 2024


25/06/2010 17:24:58 - Provincia di Taranto - Attualità

E’ contaminata sei volte di più rispetto al limite europeo

 
Lo scorso 23 febbraio, il presidente della Regione Nichi Vendola firmò un’ordinanza che vietava il pascolo di ovini e caprini sui terreni intorno all’Ilva e quelli in un raggio di 20 km. La diossina è entrata nella catena alimentare. La contaminazione causò l’abbattimento di 1300 capi di bestiame.
Per monitorare lo stato di inquinamento, il Fondo Antidiossina Taranto Onlus decide di utilizzare anche le lumache, prelibatezze delle nostre tavole, “al fine di valutare la dispersione di microinquinanti nell’ambiente e, in particolare, nel terreno e sulla vegetazione”.
Precisamente sono state raccolte in un’area che si estende tra Statte e il quartiere Tamburi. Come si apprende dal proprio Statuto, l’associazione ambientalista “si propone di effettuare indagini su sostanze organiche di origine umana e animale e sugli alimenti”.  
Le analisi in questione sono state effettuate dall’Università del Salento (Facoltà di Ingegneria dell'Innovazione Laboratori Chimici) su invito del prof. Fabio Matacchiera. È la prima volta che si sceglie di analizzare questo tipo di organismo, ma si lavora perché diventi strumento per il bio-monitoraggio dell’ambiente. In particolare, sono state esaminate la specie Helix aperta, la più comune, e quelle Helix aspersa e Helix lucorum. I risultati sono preoccupanti. “27,65 picogrammi di diossine e pcb per grammo di materia grassa. Il limite massimo è di 4,5.
Le lumache quindi superano di oltre 6 volte il limite europeo imposto”.
Proprio la specie che conosciamo e consumiamo di più, quella “più ricercata per il suo valore nutrizionale”, è la più pericolosa poiché maggiormente contaminata da diossine, pcb e metalli pesanti. In particolare, la presenza di piombo, nichel e cromo è nell’ordine di un milligrammo per chilo (su peso umido), mentre il valore del ferro raggiunge 500 mg/Kg (peso umido).
La strada che porta all’organismo umano è breve.
Il Fondo Antidiossina Taranto Onlus afferma che questi “piccoli organismi “pascolanti” che si cibano di vegetali, brucando il fogliame delle coltivazioni possono essere di fatto comparati ed assimilati alla categoria degli erbivori, proprio per il tipo di alimentazione e di contatto che hanno con l’ambiente circostante”. Si arriverà a una ordinanza che ne vieti la raccolta e la vendita?  
 
Nicola Sammali










img
Cucina d'asporto e Catering
con Consegna a domicilio

Prenota Ora