venerdģ 22 novembre 2024


04/03/2024 07:34:17 - Provincia di Brindisi - Calcio

«Non voglio parlare di arbitraggio, non mi interessa parlare di calcio e calciatori, non posso però parlare di sport, perché sport non è più: nello sport non c’è spazio per odio e violenza»

Dopo le polemiche seguite all’arbitraggio in Lazio-Milan di venerdì scorso, Carla, la moglie dell’arbitro Marco Di Bello, scrive una lettera aperta, che pubblichiamo. Ecco il testo.

«Non è facile scrivere rimanendo lucida ed educata, non è facile restare equilibrata e serena. Non è per niente facile, ma devo esserlo per non farmi travolgere e inghiottire da questa tempesta di odio. Non voglio parlare di arbitraggio, non mi interessa parlare di calcio e calciatori, non posso però parlare di sport perché sport non è più: nello sport non c’è spazio per odio e violenza.

Invece sono due giorni, e chissà quanti altri ne seguiranno, che su un UOMO si stanno riversando le più indicibili cattiverie e ostilità.

È un accanimento mediatico e sociale senza precedenti. Viviamo in un’epoca storica dove si condannano e si prendono le distanze da violenza e abusi, ma siamo però capaci di odiare, denigrare, offendere, maltrattare e oltraggiare il prossimo.

Non sono qui per difendere Marco (Di Bello), in quanto capace di poterlo fare da sé. Sono qui per mettermi accanto a lui, per poterlo alleggerire del carico emotivo subito. Sono qui per ricordare che dietro una divisa, fuori dal campo, lontano dalle telecamere, c’è un uomo. Ci sono sacrifici, impegno, dedizione, rinunce, sogni, successi e sconfitte. C’è Marco Di Bello, ci sono la sua forza, la sua dignità e tanto altro ancora che niente e nessuno riuscirà mai a cancellare.

“Nel mezzo di una difficoltà c’è un’opportunità” (Albert Einstein).

Con Amore!

Carla».











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